Sono indignato dopo aver letto una notizia riportata su internet di una manager inglese che ha deciso di dare le dimissioni stanca di lavorare, lei che non ha figli, al posto delle mamme che sarebbero “inaffidabili”, perché starebbero a casa spesso per curare i bambini.
Secondo lei ci sarebbe una differenza abissale tra l’impegno e la fatica che lei ha messo nel suo impiego di responsabile di un negozio rispetto alle colleghe che, quando i bambini sono malati, possono usufruire di un permesso.
Si è spinta anche a dire che siccome molte mamme lavorano part time sono meno attaccate al lavoro. Ma scherziamo? Ho una moglie e molte amiche che fanno i salti mortali per conciliare la famiglia e l’impiego e non si meritano certo questa descrizione!
EMANUELE
Risposta di Renata Maderna
– Caro Emanuele, i salti mortali spesso sono provocati proprio dal desiderio di non essere etichettate come meno affidabili. In quarant’anni di lavoro posso dire di aver visto mamme con un senso del dovere e una disponibilità ammirevoli a cui fra l’altro si aggiungono una flessibilità e una capacità di adattarsi a impegni e imprevisti diversi, imparate quotidianamente in famiglia.
Da quel che ho letto sul Daily Mail Samantha Walsh si lamenta anche del fatto che lei non potrebbe prendere il permesso di maternità! Per rivendicare i diritti delle “non mamme” ha iniziato un gruppo Facebook e un sito internet. Quel che preoccupa di più, secondo me, è proprio uno strisciante pensiero che sembra voler mettere in contrasto da una parte le madri e dall’altra le donne che non hanno figli.
Come se non sapessimo bene che, sul lavoro o in famiglia, quel che conta è la persona singola, il suo senso del dovere, l’attaccamento e la passione per il lavoro. Ragionare per categorie, l’una contro l’altra armate non serve a nulla.