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giovedì 08 giugno 2023
 
Lutto e infanzia
 

In vacanza per nasconderle la morte di papà

11/12/2018 

Il papà di una compagnetta d’asilo di mia figlia è morto in un incidente in montagna. Siamo rimasti tutti sconvolti. La bambina nei giorni seguenti è stata inviata da amici di famiglia al mare, così da non essere coinvolta nel dolore e nei riti funebri. La sua mamma è distrutta e ora, a giorni di distanza, la bambina sta per tornare a casa, ma nessuno ha il coraggio di dirle la verità, che lei ancora ignora. Figlia unica e adorata di due genitori che si amavano tantissimo, nessuno sa come comunicare alla bambina una cosa così terribile. Si teme che la piccola non riuscirà a reggere la crudeltà di una notizia così dura. Pensiamo che forse sarebbe meglio fargliela dare da uno psicoterapeuta come lei, che sa come parlare ai bambini di tutto, anche di cose così brutte. Ci può aiutare?

MILENA

— Cara Milena, immagino quanto sia sconvolta la vostra comunità per questa morte atroce. Ciò che posso dirti io, è che i bambini sanno “reggere” la verità e la realtà, anche la più terribile, purché gli adulti diano concretamente la dimostrazione che, seppur travolti da un dolore immenso e tremendo, quel dolore non li annienta. Adesso è importante che la bambina sappia al più presto la verità e che tale verità le sia comunicata dalla sua figura di attaccamento, ovvero la mamma, eventualmente insieme ai nonni o a persone della famiglia allargata che rappresentano un sostegno affettivo per entrambe. Non serve in questo momento l’intervento di uno specialista. È la mamma che deve rappresentare un “ponte” tra il “buio” rappresentato dal dolore del lutto subìto e la luce che in fondo al tunnel sempre troviamo, quando siamo in grado di rialzare la testa e di ricominciare a guardare oltre il dolore subìto e sperimentato. La mamma deve progressivamente sentirsi in grado di far arrivare alla sua bambina il messaggio: «Anche se ci è successa una cosa bruttissima, io e te abbiamo un futuro. La vita rimane “aperta” davanti a noi». Questo non significa negare il dolore tremendo che si sta provando, bensì far sentire che in quel dolore non ci si deve chiudere. Nei prossimi mesi sarà importante lavorare sui ricordi e sulla memoria relativa al papà: vedere fotografie, raccontare storie, portare fiori e disegni al cimitero. Se la mamma pensa di non farcela, è lei la persona che va aiutata, non la bambina, almeno per il momento, che ha invece bisogno di avere più continuità possibile tra il prima e il dopo di questo tragico evento. Può essere utile leggere i due libri: Perché non ci sei più? e Io dopo di te, entrambi editi da Erickson.

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