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martedì 08 luglio 2025
 
 

Fotografia: mani da maestro

29/09/2011  Alla fondazione Serbelloni di Milano, Giovanni Gastel e il nipote Guido Taroni uniti in una mostra sulle eccellenze dell'artigianato raccontano il rapporto tra tradizione e innovazione.

     Mani grandi, generose, laboriose che racchiudono nelle loro movenze l’artigianalità e lavorano veloci grazie alla sicurezza di chi conosce il mestiere, come quelle del pescatore Ignazio Longo impegnate a riparare ad arte le reti oppure quelle di Graziella Cantinotti che si confondono con il paralume che sta allestendo o ancora quelle di Giorgio Forattini mentre animano con la matita un suo pensiero critico.
 
     A cogliere l’attimo di quei gesti virtuosi sono zio e nipote, due fotografi legati da vincoli culturali e familiari: Giovanni Gastel, lo zio, 56 anni, è uno dei fotografi italiani più autorevoli al mondo, Guido Taroni Gastel, 23 anni, figlio di Anna, sorella di Giovanni, ne sta seguendo le tracce. Infatti è una delle rivelazioni dietro l’obiettivo.

     Entrambi sono nipoti del grande regista Luchino Visconti e discendenti di Giuseppe Visconti di Modrone e Carla Erba, coppia che all’inizio del Novecento ha dato nuova vita al borgo intorno al castello medievale di Grazzano Visconti con botteghe artigiane, case, laboratori, che richiamano nello stile il Duecento.

     E proprio per celebrare la storia artigiana italiana, i Fratelli Rossetti, azienda di calzature di grande tradizione familiare, hanno chiesto ai due fotografi di rappresentare il rapporto tra tradizione e innovazione. Nasce così la mostra Masters’ Hands che si inaugura oggi a Milano a Palazzo serbelloni, in corso Venezia 16, aperta al pubblico fino al 9 ottobre.

     Due punti di vista. E due opposti trattamenti fotografici che invitano al confronto: più essenziale e puntato sui gesti il lavoro di Giovanni Gastel, più caldo usando luce naturale quello di Guido.

     Se lo zio ha preferito rappresentare il "fatto a mano" con una ricerca tecnologica al massimo livello, soffermandosi con sguardo essenziale su grandi artisti come Arnaldo Pomodoro, Cecilia Chailly, Jean Blanchaert, Vanessa Beecroft, il nipote Guido ha privilegiato il passato, e ha scelto di ritrarre le persone che da sempre fanno parte della sua vita. «Sono tornato a trovare alcuni miei amici artigiani conosciuti da bambino grazie a mia madre per rubare momenti del loro quotidiano. Volevo ritratti veri. Quelli a cui sono legato di più? Due i filoni. Uno più descrittivo, con l’agricoltore, il doratore, il restauratore, il tornitore in pieno lavoro, immersi nel disordine, dove solo loro sanno ritrovarsi. Altre foto sono più simboliche. Ne è un esempio quella di Giulia Maria Crespi, una cara amica di famiglia, che tiene la mano della nipotina di sette anni. L'idea l'ho avuta pensando a mia nonna Ida Visconti di Modrone, moglie di Giuseppe Gastel, a cui ero molto legato. Quando andavo a trovarla non staccava mai le sue mani dalle mie per il grande affetto. E comunicava con tutti gli altri nipoti allo stesso modo. Ho voluto chiudere la mostra con questo scatto perché l’unione di quelle mani rievoca un mondo fatto di amore, saggezza, insegnamento, sapere che si tramanda».

     Per l’occasione, i Fratelli Rossetti hanno istituito una borsa di studio all’Istituto tecnico professionale Bernocchi di Legnano per i maestri artigiani come ringraziamento ai protagonisti della mostra. 

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