Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 14 ottobre 2024
 
 

Manovra, le critiche del nonprofit

07/12/2011  «Si sperava fosse equa, non è così», sostengono molti enti, gruppi e associazioni del Terzo settore. Il parere del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza e delle Acli.

Non la considera equibrata, giusta, con pesi distribuiti in egual misura. «Il presidente del Consiglio», dichiara don Armando Zappolini, presidente del Cnca, «aveva promesso una manovra dura, ma equa. Siamo molto delusi. L’impressione è che si faccia pagare il conto sempre agli stessi: lavoratori dipendenti, pensionati, Regioni ed Enti locali. A tutti gli altri, in un momento drammatico per il Paese, viene chiesto ben poco. Sorprende, in particolare, quanto (non) deciso in materia di evasione fiscale: la tracciabilità dei pagamenti è portata a 1.000 euro, quando gli stessi imprenditori avevano chiesto una soglia ben più bassa e, inoltre, non vengono previsti degli obblighi nelle procedure che avrebbero permesso un deciso contrasto del fenomeno. È evidente che il Governo non ha voluto stanare gli evasori».

«Inoltre», prosgue don Armando Zappolini, «appare del tutto inadeguato anche l’intervento sui grandi patrimoni: verranno sì tassate le case (e non solo quelle di ricchi e benestanti), ma l’imposizione di bollo su tutti i patrimoni mobiliari e la bassissima imposta aggiuntiva, una tantum, sui capitali "scudati" toccano marginalmente una ricchezza mobiliare davvero notevole, che oltretutto continua a godere di una tassazione di favore sulle transazioni. Invece della patrimoniale ci ritroviamo poi una "tassa sul lusso" che è più un’operazione di comunicazione che di sostanza. Tutto questo mentre si agisce pesantemente sull’età pensionabile, le pensioni di anzianità, le rivalutazioni anche degli assegni di non elevata entità, i bilanci di Regioni ed Enti locali - che garantiscono servizi essenziali ai cittadini -, le aliquote Iva».

«Il Cnca», conclude don Zappolini, «chiede che la manovra venga fortemente riequilibrata in sede parlamentare. Deve pagare chi fino a oggi non ha pagato, deve dare di più chi ha di più. Quando si stanziano 23 miliardi di euro per le spese militari nel 2012 e si investono 15-20 miliardi per i caccia F35 non si può dire che "non ci sono soldi". Ci attendiamo, poi, che venga aperto al più presto un tavolo per varare alcuni provvedimenti chiave per lo sviluppo del paese e il benessere dei cittadini come il reddito minimo di inserimento, su cui si è già espresso favorevolmente il ministro del Welfare, e i livelli essenziali delle prestazioni».

Una manovra «durissima ma necessaria, che può e deve essere resa più equa dallo sforzo congiunto delle forze politiche responsabili in Parlamento». E’ il commento delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani al decreto “Salva Italia” . Secondo il presidente delle Acli, Andrea Olivero, «non mancano elementi positivi nella manovra, a partire dalla chiarezza con la quale ci si rivolge all’Europa, mostrando il senso di responsabilità di un Paese che vuol fare la sua parte fino in fondo. Bene anche le misure a favore della crescita, come la completa deducibilità dell’Irap sul costo del lavoro. Più coraggio è necessario sulla lotta all’evasione e sul capitolo costi della politica».

La parte più critica riguarda i sacrifici richiesti ai pensionati e alle famiglie. Per Olivero, «bisogna dare atto al governo di aver cercato di rispettare in qualche modo i principi di equità e di progressività nell’attribuzione dei “sacrifici”: dal blocco della rivalutazione delle pensioni solo oltre i 935 euro alla detrazione di 200 euro per l’imposta sulla prima casa; dal prelievo dell’1,5% sui capitali “scudati” all’imposta di bollo sui titoli bancari». «In particolare – sottolinea il presidente delle Acli – non bisogna trascurare il fatto che l’aumento del 2% dell’Iva, certamente oneroso in termini di potere d’acquisto, interviene come clausola di salvaguardia in cambio della riduzione automatica delle deduzioni e detrazioni fiscali familiari, sciaguratamente prevista dalla manovra precedente per coprire i tagli all’assistenza».


«Certamente sulla strada dell’equità si deve fare di più – continua Olivero –. Ed il Parlamento può fare ora la sua parte per correggere e migliorare alcuni aspetti della manovra. La bandiera dell’equità non ha colore politico. Sul piano fiscale, ad esempio, appare particolarmente irragionevole e inaccettabile l’opposizione manifestata da alcuni verso l’introduzione di una robusta patrimoniale, che potrebbe invece riequilibrare secondo giustizia il peso della manovra». Similmente, si potrebbe «rimodulare la nuova tassa sulla casa considerando, a parità di gettito, il reddito familiare e il numero di figli». Le Acli propongono quindi di inserire una norma che consenta lo sgravio fino a 5000 euro l’anno per le spese sostenute dalla famiglie per la manutenzione dell’immobile di proprietà abitato dal contribuente. In modo da attivare un circuito virtuoso, aumentando il  gettito Iva e Irpef dei percettori, consentendo al tempo stesso uno sgravio fiscale per le famiglie». Sul piano delle pensioni, conclude Olivero, «si può lavorare per una maggiore gradualità nei gradini di innalzamento dell’età pensionistica, ma soprattutto si deve garantire la copertura degli ammortizzatori sociali per quei lavoratori over 55 che perdono il lavoro e che in virtù delle norme appena approvate rimarrebbero per troppo tempo privi di reddito».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo