Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 21 aprile 2025
 
 

Manuela Cantoia: "Non serve essere assillanti"

19/06/2013  Per aiutare i propri figli durante lo studio bisogna imparare a farsi da parte.

Da dove arriverà l’aiuto ai maturandi durante le prove? Dalla loro preparazione ovviamente (36%), ma anche dall’aiuto che potrebbero fornire loro i prof (26%) prima ancora dei suggerimenti che potrebbero arrivare dal vicino di banco (10%). Sono questi alcuni dei dati che emergono dal sondaggio di Studenti.it (portale  di Banzai leader sul target giovani). Si potrebbe dire che, messi da parte telefonini e tecnologia per paura di essere “beccati”, la salvezza dei maturandi quest’anno arriverà dai docenti.  E i genitori? Che ruolo hanno i genitori durante gli esami? O meglio, che ruolo dovrebbero avere?  Lo abbiamo chiesto a Manuela Cantoia, dello SPAEE - Servizio di Psicologia dell'apprendimento e dell'educazione dell'università Cattolica.

«I genitori devono farsi da parte. Molti genitori vivono, non sempre in modo consapevole, la difficoltà di restare in "secondo piano", di fare un passo indietro e riconoscere ai ragazzi il diritto (dovere) di affrontare gli appuntamenti della vita con le proprie forze (condizione essenziale per crescere). Un genitore presente, ma non assillante né colpevolizzante, conferma ai propri figli la possibilità di rivolgersi a lui in caso di necessità, impedisce che i ponti della comunicazione si chiudano dietro barriere difensive ("Se hai bisogno ci sono, ma è la tua partita e credo che tu sia in grado di giocarla"). Un genitore deve sempre osservare a media distanza, mordersi la lingua quando necessario, spronare, intervenire se richiesto (senza esagerare), non deve invece mai sostituirsi al figlio (i genitori che scrivono o pretendono di correggere le tesine!), ma questo comporta accettare il fatto che i figli possano non arrivare per forza ai risultati che mamma e papà sognavano».

E se i genitori non sono all’altezza? «In generale, la famiglia dovrebbe essere luogo di condivisione spontanea di gioie, ma anche di timori e difficoltà. Se i genitori non riescono sempre ad essere all'altezza (ci provano e imparano lungo la strada), non è detto che non possano essere i figli ad insegnare loro qualche cosa su questo fronte».

Multimedia
Quando la maturità diventa un film
Correlati
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo