Interno ed esterno. Nel 2003, con Buongiorno, notte, Marco Bellocchio aveva raccontato con maestria il rapimento di Aldo Moro. Il punto di vista era quello della vittima e degli aguzzini. Oggi Bellocchio torna a interrogarsi sulla figura di Moro, su quei tragici giorni, attraverso un racconto fluviale e totalizzante. Esterno notte, presentato al Festival di Cannes, nasce come una serie. Sono sei episodi, per una durata totale di oltre cinque ore. In autunno saranno trasmessi sul piccolo schermo, ma adesso arriva al cinema, diviso in due parti, il 18 maggio e il 9 giugno. Si tratta di un’esperienza unica, in cui lo sguardo si sposta all’esterno, come suggerisce il titolo. Cosa è successo in quei giorni? Bellocchio si concentra sui segreti, sui retroscena, dando vita a un affresco potente, molto emozionante. I protagonisti sono i tormenti di Francesco Cossiga, la sofferenza e i tentativi vani portati avanti da papa Paolo VI, la follia dei brigatisti, l’attesa della famiglia, le fragilità di Aldo Moro stesso. Esterno notte è un saggio, anche dai toni grotteschi, sull’anima di un popolo, sulle sue molte sfaccettature. Cerca di far luce nell’ombra, dove a regnare è la confusione, la paura, la schizofrenia della politica, l’interesse che prevale sul sentimento. Esterno notte brilla, scuote, incede con coraggio. Magistrale, da non perdere.