Insegna Teologia sistematica all’Istituto superiore di Scienze religiose di Bologna, di cui è anche direttore. Sul suo curriculum compaiono fior di pubblicazioni accademiche, ma «tutto questo», spiega, «è solo il mio lato apollineo». Perché Marco Tibaldi, 60 anni, bolognese, impegnato part time anche come professore di Filosofia in un liceo, non ha mai rinnegato la grande passione per il teatro: un amore che viene da lontano e che lo rende un abilissimo comunicatore delle ragioni della sua fede e in particolare delle storie della Bibbia. «Cerco solo di raccontare queste storie meravigliose, che hanno resistito ai secoli e continuano a riguardarci da vicino, in chiave simpatica, con un linguaggio leggero e divertente, per coinvolgere in primo luogo gli adulti e i giovani e poi, a cascata, i più piccoli».
Raccontare per capire
Recentemente, da queste sue incursioni nella storia della salvezza, è nato anche un libro, Zuppe, balene e pecore smarrite. Racconti di donne, uomini e cose dallo straordinario mondo della Bibbia, edizioni Terra Santa, un testo in cui Tibaldi attualizza i racconti e i personaggi del Libro, cercando di accorciare quella lontananza che rischia di renderli per alcuni inaccessibili. «Posso dire che questo è il mio lato dionisiaco», spiega con ironia, «un qualcosa che fa parte della mia vita fin da quando ero ragazzino, la stessa passione di chi comincia da piccolo a cimentarsi sui campi di calcio e vorrebbe non smettere più».
Se la Bibbia fa spettacolo
Un lato giocoso che prende le mosse dal suo carattere e deve molto alla formazione umana e spirituale dei tempi dell’università, legata al mondo dei Gesuiti. Una spiritualità molto attenta appunto alla mediazione e allo stile comunicativo. Così, ancora prima che prendesse forma l’idea del libro, Tibaldi ha fondato una compagnia amatoriale, Gli amici di Guido, con cui gira l’Italia mettendo in scena storie della Bibbia e non solo.
«Andiamo dove ci chiamano», racconta, «abbiamo partecipato al Festival francescano, al Festival Biblico, a diversi incontri di formazione, tutte esperienze ovviamente legate ai nostri circuiti». Una piccola compagnia che può contare sostanzialmente su due attori, Tibaldi e la figlia Laura, di professione educatrice e cantante, e sull’apporto di musicisti solo se il budget lo consente. «Quando siamo in scena però diventiamo una trentina grazie ai burattini e alle maschere create da artisti artigiani bolognesi nostri amici», chiarisce.
È così che nasce la magia coloratissima del suo teatro, come testimoniano i video di ausilio alla catechesi registrati a casa sua, in tempo di pandemia, e presenti sul suo sito. Perché nemmeno il Covid è riuscito a smorzare l’entusiasmo del professore cantastorie. «È stato il direttore dell’Ufficio catechistico nazionale, monsignor Valentino Bulgarelli, a chiedermi di realizzare alcuni contributi, inizialmente per adulti per il Triduo pasquale, in un momento in cui anche la catechesi, in pieno lockdown, era in difficoltà: poi da cosa nasce cosa».
Come “il teatro in casa”, allestito con tanto di sipario tra le librerie del soggiorno per realizzare, sempre col contributo delle maschere e dei burattini, video dedicati ai bambini. Così sono nate le storie dell’asina Amul, un’asina gentile e paziente che la Domenica delle palme porta Gesù a Gerusalemme, e quella del passero Ciuciu, che col becco cerca di staccare le spine dal capo di Gesù e così si macchia il petto di sangue e si trasforma in un pettirosso.
Storie che parlano alla vita
Storie delicate e mai banali, come del resto quelle riferite ai personaggi biblici trasferite nel libro. I due “pensionati”, Abramo e Sara, il “truffatore” Giacobbe, Mosè il liberatore, Naaman “il barbaro”… «Sono storie di cui ognuno di noi sente il bisogno altrimenti non si spiegherebbe il successo di alcune serie televisive o dei reality che in fondo pongono le stesse domande, anche se in genere sono deboli nelle risposte. Come si fa a trovare la persona giusta? Come si possono ricucire i rapporti in famiglia?».
Programmi di cui il prof del resto parla tranquillamente con i suoi allievi. «Certo, perché anche la filosofia può essere spiegata partendo dalla nostra esperienza affettiva, tanto che in genere, coi ragazzi di terza liceo, parto dall’ascolto e dall’analisi del testo di Un senso, la canzone di Vasco Rossi che meglio rappresenta la crisi della verità post moderna», continua. «I ragazzi devono capire che dietro ogni filosofo c’è un’esperienza vera di cui l’insegnante è tramite, ma per fare questo bisogna sempre mettersi in gioco». E a questo punto gli vengono in aiuto il suo teatro e la capacità di raccontare.
Morte e vita che risorge
«Le storie della Bibbia danno risposte alle nostre domande più profonde, in dialogo con le altre grandi narrazioni dell’antichità, come per esempio l’epopea di Gilgamesh, la mitologia greca e le narrazioni letterarie», conclude. «Del resto non potrebbe essere diversamente, perché Dio per parlare si serve della storia degli uomini e in ogni uomo c’è la scintilla di Dio». L’entusiasmo continua a trapelare dalle sue parole, anche se l’anno appena trascorso per il professor Tibaldi è stato molto duro.
Dopo trent’anni di matrimonio, nel maggio 2021 ha perso la moglie Daniela, alla quale era legatissimo. Un momento molto difficile per lui e per i quattro figli, Laura, Giacomo, Simone ed Emanuele, in scala dai 29 ai 24 anni. «Daniela ha lasciato un grande vuoto, ma ci ha dato anche un’importante testimonianza di fede, vivendo questo momento di passaggio con molta forza e serenità», racconta. Quasi inconsapevolmente, proprio l’estate scorsa ha dedicato a lei una delle sue rappresentazioni, portata in scena nella casa di vacanza dei Gesuiti di Selva di Val Gardena. Questa volta le sue maschere hanno raccontato la storia di Alcesti, la protagonista dell’omonima tragedia a lieto fine di Euripide, unico esempio per Platone dell’amore puro e disinteressato.
Secondo la mitologia greca infatti Alcesti, moglie di Admeto, re di Fere, accettò di morire al posto del marito e per questo Ercole, commosso dal suo sacrificio, scese nell’Ade, il regno dei morti nella tradizione classica, per riportarla in vita e restituirla allo sposo. «Il superiore della casa, che conosceva Daniela, mi ha aiutato a leggere nel mito di Alcesti una bellissima storia di risurrezione».
Chi è
Età 60 anni
Professione professore di Teologia e Filosofia
Famiglia vedovo di Daniela, papà di 4 figli
Passione raccontare con la recitazione le storie della Bibbia