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Quel mare dove non sono mai arrivati

18/08/2018  Si erano sposati a luglio e, con i figli di lei, stavano andando in vacanza. Andrea e Claudia, morti con i ragazzi, sotto il ponte Morandi.

Erano appena rientrati dal viaggio di nozze e stavano andando al mare per qualche giorno di vacanza. Andrea Vittone, 49 anni, e Claudia Possetti, 48 anni, entrambi residenti a Pinerolo (Torino), si erano sposati il 23 luglio. Martedì scorso, poco prima di mezzogiorno, attraversavano in auto il ponte Morandi di Genova. Direzione mare. Insieme a loro c'erano i due figli della donna: Manuele e Camilla Bellasio, di 16 e 12 anni. Due adulti e due ragazzi: l'immagine della famiglia, pronta per gustarsi le agognate ferie. Un'immagine di serenità bruscamente spazzata via da una tragedia immane quanto incomprensibile. Ci sono infatti anche loro tra le vittime del crollo del viadotto. Sono 4 dei 10 morti piemontesi finora accertati.

«Appena ho saputo la tragica notizia ho cercato di mettermi in contatto con i familiari delle vittime» racconta il vescovo di Pinerolo, monsignor Derio Olivero. «Ho parlato, tra l'altro, con le sorelle di Claudia, con il papà dei ragazzi, ma anche con alcune cugine: con infinito dolore mi hanno raccontato dei loro cari».

«Non li conoscevo personalmente, però avevo avuto occasione di incontrarli». E il pensiero torna ad alcuni mesi fa, «quando ho celebrato la Cresima di Camilla», la più giovane della quattro vittime. Una giornata di festa, un frammento di memoria che si fa doloroso, accostato alla consapevolezza di una vita spezzata. E se umanamente è impossibile dare un senso a una tragedia che si rivela in tutta la sua assurdità, «ho cercato di mettermi in ascolto e stare accanto ai parenti di questa famiglia con semplicità» spiega monsignor Olivero «senza tante parole, perché in certi casi le parole non servono. Anche nell'ora del dolore, il mio compito è far sentire che la Chiesa c'è, che non resta a guardare. E testimoniare, con discrezione, che non è tutto perso, che, anche se non possiamo far tornare in vita queste persone care, come cristiani abbiamo una speranza». Inoltre il vescovo si è reso disponibile per l'organizzazione e la celebrazione dei funerali. Quella pinerolese, infatti, è una delle 20 famiglie che non hanno scelto i funerali di Stato, ma hanno invece optato per celebrazioni private. Sabato pomeriggio le esequie nel duomo di Pinerolo, celebrate da monsignor Olivero «Affido al Signore Claudia, Andrea, Manuele e Camilla» conclude il vescovo. «E tutti i defunti di questa tragedia».

L'intera comunità di Pinerolo, cittadina di 36.000 abitanti, dove conoscersi e incontrarsi è facile, è molto scossa. Sabato, giorno dei funerali, è stato proclamato il lutto cittadino. Dal dolore emergono scampoli di vita vissuta: storie, passioni, amicizie. I neo-sposi lavoravano entrambi a Cavour, nel Torinese, in un'industria che produce materie plastiche: lui come tecnico, lei come impiegata. Gli amici di Andrea Vittone ricordano la sua passione per il basket e quella per la fotografia. «Eri una persona timida», si legge sul sito del club fotografico Pipino, cui l'uomo era iscritto da qualche anno, «ma ci hai mostrato la visione del tuo occhio fotografico, che quasi nascondevi». Del giovanissimo Manuele sappiamo che era uno sportivo. Aveva una particolare passione per la bicicletta, tanto da essere una promessa della mountain bike. «Tutto il team si stringe intorno ai familiari per questa ingiusta perdita» scrivono su Facebook gli amici dell'associazione Brike Bike di Bricherasio (Torino). «Ciao Manu. Buone pedalate tra le nuvole». Parole d'affetto di una terra che vuole ricordare e sentirsi comunità, anche nell'ora più buia del dolore.      

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