Un omaggio alla dignità della donna. Lo dice esplicitamente
il decreto con il quale diventa festa il giorno dedicato a Maria di Magdala, la
donna che per prima fu testimone della resurrezione di Gesù. Per espresso
desiderio di papa Francesco, spiega la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina
dei Sacramenti che ha diffuso il 10 giugno il decreto datato 3, «Santa Maria
Maddalena» avrà «la stessa dignità degli apostoli».
La decisione, si legge nel decreto, «si iscrive nell’attuale
contesto ecclesiale, che domanda di riflettere più profondamente sulla dignità
della donna, la nuova evangelizzazione e la grandezza del mistero della misericordia
divina. Fu San Giovanni Paolo II a dedicare una grande attenzione non solo
all’importanza delle donne nella missione stessa di Cristo e
della Chiesa, ma anche, e con speciale
risalto, alla peculiare funzione di Maria di Magdala quale
prima testimone che vide il Risorto e prima
messaggera che annunciò agli apostoli la risurrezione del
Signore».
In una Chiesa che vuole « accogliere, senza alcuna
distinzione, uomini e donne di qualsiasi razza,
popolo, lingua e nazione, per annunciare loro la buona
notizia del Vangelo di Gesù Cristo,
accompagnarli nel loro pellegrinaggio terreno ed offrir loro
le meraviglie della salvezza di Dio. Santa Maria Maddalena è un esempio di vera e autentica
evangelizzatrice».
Una donna, Maria Maddalena, nella quale alcuni hanno voluto
vedere la Maria sorella di Lazzaro, altri la Maria che versò profumo nella casa
di Simone. Fu certamente,
chiarisce il decreto, una donna che faceva parte del gruppo dei discepoli di
Gesù. Nel decreto la si ricorda come donna vicina a Gesù e capace di annunciare
« il gioioso messaggio centrale della Pasqua». Contrapposta a Eva che, dal
giardino dell’Eden, dalla vita, portò la morte, Maria Maddalena diventa invece
la donna che dal sepolcro torna ad annunciare la vita. «Nel giardino in cui si trovava
il sepolcro, fu la prima “testis divinae misericordiae” (Gregorio Magno, XL Hom.
In Evangelia, lib. II, Hom. 25,10). Il Vangelo di Giovanni racconta che Maria
Maddalena piangeva, poiché non aveva trovato il corpo del Signore (cf. Gv 20,
11); e Gesù ebbe misericordia di lei facendosi riconoscere come Maestro e
trasformando le sue lacrime in gioia pasquale», si legge nel decreto.
E nell’anno della misericordia il decreto sottolinea come «Cristo ha una
speciale considerazione e misericordia per questa donna, che manifesta il suo
amore verso di Lui, cercandolo nel giardino con angoscia e sofferenza, con “lacrimas
humilitatis”, come dice Sant’Anselmo.
E l’invito che il Signore f a Maria Maddalena appena risorto
«Noli me tangere», non toccarmi, diventa «un invito rivolto non solo a Maria,
ma anche a tutta la Chiesa, per entrare in una esperienza di fede che supera
ogni appropriazione materialista e comprensione umana del mistero divino. Ha
una portata ecclesiale! È una buona
lezione per ogni discepolo di Gesù: non cercare sicurezze umane e titoli
mondani, ma la fede in Cristo Vivo e Risorto!».
Maria di Màgdala che annuncia ai discepoli «Ho visto il
Signore» diventa, ricorda il decreto, «evangelista, ossia messaggera che
annuncia la buona notizia della risurrezione del Signore; o come dicevano
Rabano Mauro e San Tommaso d’Aquino, «apostolorum apostola», poiché annuncia
agli apostoli quello che, a loro volta, essi annunceranno a tutto il mondo».
Per questo motivo, conclude il decreto, «è giusto che la celebrazione
liturgica di questa donna (22 luglio, n.d.r.) abbia il medesimo grado di festa
dato alla celebrazione degli
apostoli nel Calendario Romano Generale e che risalti la
speciale missione di questa donna, che è
esempio e modello per ogni donna nella Chiesa».