logo san paolo
domenica 24 settembre 2023
 
“Vite esagerate”
 

«Maria Goretti, la mia sorellina»

29/06/2016  Fin da bambino lo scrittore Aurelio Picca ha coltivato un dialogo con la santa. E ora ha scritto un libro, "Capelli di stoppia", che non è un’agiografia, ma vuole ridarle vita.

Un dialogo con la santa che Aurelio Picca si porta dentro ‚n da bambino. Da quando, in vacanza a Nettuno, con il nonno, andava nella cascina dove Maria Goretti è stata aggredita a morte. «Andavo lì dagli 8 ai 13 anni e sentivo quella figura come una sorta di sorellina. Gironzolavo, guardavo, immaginavo. Mi sono immedesimato nei suoi ultimi anni fino a quando, a 11, lei è morta, e io ho continuato a vivere. Ma in quegli anni c’è stato l’intreccio del dolore e della morte, lei in prima persona, io per la storia di me orfano prima di padre e poi anche di patrigno».

Nel libro Capelli di stoppia. Mia sorella Maria Goretti la sua vita è intrecciata con quella della “sorellina”.

«Mi sono sentito molto vicino a lei, per la mia sofferenza, per come ho vissuto la Prima Comunione. In quegli anni dell’infanzia e dell’adolescenza l’ho molto frequentata, l’ho sempre sentita che mi cresceva dentro. Sentivo un senso di struggimento che provo ancora. Un sentimento che si può dedicare solo a una persona che ti sta molto a cuore». 

Come mai l’ha descritta con i capelli di stoppia?

«L’ho immaginata rossiccia e un po’ contadinella, con i capelli che ricordano i residui della trebbiatura. Certo, la mia è una verità emozionale, del ricordo. E che poi si è riaffacciata quando mi sono messo a scrivere».

C’è anche autobiografia nel libro?

«C’è molto di me e delle mie esperienze. Di come me la sono sentita vicina in tante vicende di come è entrata non solo nella mia vita. Ho una ragazzina, lo dico nel libro, che vive a casa con me, della sua stessa età e l’ho fatta partecipare a questa esperienza di racconto. Ne è nato quasi un abbraccio d’infanzia e di adolescenza. La vita della “sorellina” è entrata dentro le nostre».

Cosa c’è di nuovo in questo libro?

«Ho voluto togliere Marietta dalla teca. Non ho scritto un’agiografi‚a, ho ricostruito la storia di una reginetta di un’infanzia tradita. È stato un guardarsi negli occhi. Le ho tolto di dosso la polvere della mummifi‚cazione per rimetterla nella vita reale. Il racconto gira attorno a un segreto e il segreto è lei, la sua innocenza, la sua vitalità tradita. Si racconta di lei, ma anche di questi ex ragazzini che vanno a trovarla, a ricostruire il giorno tragico della sua morte. Nel libro Marietta torna in vita attraverso il mio mettermi a nudo come scrittore e come persona».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo