Ancora l'Ucraina e il suo calvario nel cuore del Papa. «Oggi inizia il mese dedicato alla Madre di Dio, invito tutti a pregare ogni giorno di maggio il Rosario per la pace», ha detto Francesco al termine del Regina Coeli, la preghiera mariana che nel tempo di Pasqua prende il posto dell'Angelus. «Il pensiero va subito a Mariupol», ha poi aggiunto, «la città di Maria, barbaramente bombardata e distrutta. Rinnovo la richiesta di corridoi umanitari sicuri per le persone intrappolate nell'acciaieria. Soffro e piango pensando alle sofferenze della popolazione ucraina, in particolare ai più deboli, agli anziani, ai bambini. Giungono persino notizie terribili di bambini espulsi e deportati. E mentre si assiste a un macabro regresso di umanità mi chiedo insieme a tante persone angosciate se si stia veramente ricercando la pace. se ci sia la volontà di evitare una continua escalation militare e verbale, se si stia facendo tutto il possibile affinché le armi tacciano. Vi prego: non ci si arrenda alla violenza, alla perversa spirale delle armi si imbocchi la via del dialogo e della pace. Preghiamo».
Bergoglio ha richiamato anche la dignità del lavoro (denunciando le troppe morti bianch) e la libertà di stampa ringraziando i cronisti che raccontano ciò che accade a costo di aun alto prezzo personale: «l'anno scorso sono stati uccisi 47 giornalisti e più di 350 incarcerati».
Prima della preghiera del Regina Coeli, papa Francesco ha approfondito il Vangelo di oggi che «racconta la terza apparizione di Gesù risorto agli apostoli». «È un incontro», ha spiegato il Papa, «che avviene presso il lago di Galilea e coinvolge soprattutto Simon Pietro. Tutto inizia con lui che dice agli altri discepoli: «Io vado a pescare» (v. 3). Niente di strano, era un pescatore, ma aveva abbandonato questo mestiere da quando, proprio sulla riva di quel lago, aveva lasciato le reti per seguire Gesù. E ora, mentre il Risorto si fa attendere, Pietro, forse un po’ sfiduciato, propone agli altri di tornare alla vita di prima. E gli altri accettano: «Veniamo anche noi con te». Ma – dice il Vangelo – «quella notte non presero nulla»
«Può succedere anche a noi», ha sottolineato Jorge Mario Bergoglio, «per stanchezza, delusione, magari per pigrizia, di scordarci del Signore e di trascurare le grandi scelte che abbiamo fatto, per accontentarci di qualcos’altro. Ad esempio, non si dedica tempo a parlarsi in famiglia, preferendo i passatempi personali; si dimentica la preghiera, lasciandosi prendere dai propri bisogni; si trascura la carità, con la scusa delle urgenze quotidiane. Ma, così facendo, ci si ritrova delusi: con le reti vuote, come Pietro. E Gesù, che cosa fa? Torna ancora sulla riva del lago dove aveva scelto Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. Non fa rimproveri, ma chiama i discepoli con tenerezza: «Figlioli» (v. 5). Poi li invita, come un tempo, a gettare di nuovo le reti, con coraggio. E ancora una volta le reti si riempiono all’inverosimile. Fratelli, sorelle, quando nella vita abbiamo le reti vuote, non è tempo di piangerci addosso, di svagarci, di tornare a vecchi passatempi. È il tempo di ripartire con Gesù, di trovare il coraggio di ricominciare, di riprendere il largo con Lui».