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lunedì 23 giugno 2025
 
 

Maroni e la metro che non voleva

02/03/2013  A Brescia la prima uscita pubblica da presidente della Regione. Maroni inaugura un'opera osteggiata dalla Lega. Il commento dell'ex sindaco Corsini.

Per la sua prima uscita pubblica da presidente della Regione Lombardia, il leghista Roberto Maroni ha scelto la piazza di Brescia. Occasione: inaugurazione della metropolitana leggera. La stessa opera contro la quale, inutilmente, la Lega Nord aveva proposto ben due referendum. L’opera, fortemente voluta e portata quasi a compimento dall’ex sindaco Paolo Corsini, incassa gli elogi dei cittadini e dei tecnici che l’hanno definita “la migliore d’Europa”.

Commosso, al telefono, Corsini, neo senatore, sottolinea che ha vissuto “la giornata come una giornata di festa, con una grande nostalgia e un sentimento di riconoscenza per i sindaci miei predecessori, Pietro Padula e Mino Martinazzoli. Il primo per aver pensato non solo la metropolitana, ma una strategia complessiva per la mobilità della città. E Mino Martinazzoli perché mi incaricò, quando era sindaco, nel 1995, di tenere la relazione alla camera di commercio sul piano quinquennale di sviluppo urbanistico con dentro l’idea della metropolitana che ridefinisce la struttura della città”.

Pensata su un tragitto che va dallo stadio all’ospedale, agli uffici amministrativi, all’università “anche se la scarsa lungimiranza di chi ci è succeduta sta ora cercando di spostare gli uffici in altre aree non servite dalla metropolitana”, incalza l’ex sindaco, “la metropolitana è la più grande opera pubblica mai realizzata a Brescia”.

Con l’intervento di Maroni si è ripetuto quanto già accaduto con il termovalorizzatore, fortemente voluto da Martinazzoli e contro il quale la Lega si era schierato. Salvo poi rivendicarne la proprietà per chiedere di lasciare fuori i rifiuti del meridione. 

"Metropolitana, termovalorizzatore e termoriscaldamento (attraverso l’acqua calda e non il metano) sono le tre realizzazione che pongono Brescia all’avanguardia e che dicono della lungimiranza delle amministrazioni democristiane e di centro sinistra”, conclude Paolo Corsini, “e ci  fanno capire chiaramente che la Lega è una forza che contrasta lo sviluppo e il progresso”.

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