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lunedì 29 maggio 2023
 
Coronavirus e scuola
 

«Mascherina e distanza, così è difficile insegnare»

13/10/2020 

Sono una docente che, avendo avuto il trasferimento, si è trovata a conoscere per la prima volta i suoi alunni un po’ a distanza e un po’ in presenza. A distanza, di loro ho visto solo dei bollini colorati con le iniziali dei nomi mentre per quella parte che è in presenza ho visto ciò che si scorge dietro alla mascherina. La distanza fisica senza identità, ma anche la presenza “mascherata”, mi hanno reso davvero difficili queste prime giornate di ripartenza. Mi sto domandando se sarò in grado di stringere con i colleghi e con gli studenti delle relazioni vere e alla fine significative.

MARCELLA

Cara collega, sono tornata a scuola con una gran voglia di ritrovare gli sguardi e i sorrisi dei colleghi e dei miei studenti, finalmente libera dal filtro dello schermo di un computer, che è innegabile, se da una parte ci ha permesso di continuare il nostro lavoro, dall’altra ci ha fatto sentire un po’ alieni a noi stessi e agli altri e a volte forse anche alienati. La comunicazione priva dello sguardo, del gesto, di quel linguaggio del corpo capace di esprimere a volte molto più delle parole ha spesso causato nei rapporti, sia con gli studenti durante le lezioni sia con il corpo docente nei momenti collegiali, tensioni, distorsioni, incomprensioni e fraintendimenti che in presenza forse si sarebbero evitate. Ma l’entusiasmo del rientro è stato fin dall’inizio smorzato da tutti i protocolli sanitari e dal vedere che non sarà così né facile né automatico riprendere la routine. Quindi capisco molto bene ciò di cui stai parlando. Ed entrare in una nuova realtà lavorativa, come nel tuo caso, comporterà sicuramente un’ulteriore fatica anche se cambiare è stata una scelta. Sarà un altro anno diverso, con corridoi e aule insegnanti silenziose, con classi piene a metà e, credimi, tutti dovremmo adattarci. Però cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno; avere in classe dodici alunni e averne dodici in remoto ci permetterà forse di conoscere meglio chi abbiamo davanti, potremo ascoltare tutti e provare la gioia di essere più ascoltati. Certo non era questa la soluzione che si prevedeva per ridurre la fatica di classi numerose, ma cerchiamo di accogliere con favore questa opportunità. Sono sicura che presto potrai dire ai tuoi nuovi studenti, quando con una scusa ci proveranno a non fare un compito o a giustificarsi, “ti conosco mascherina” e sarà perché nonostante tutti i dispositivi di protezione sarai riuscita di nuovo a stringere le relazioni di cui parli. Non sarà certo una mascherina a fermarci dalla voglia di conoscerli, capirli e farci capire, anche se ci vorrà un po’ più di tempo.

 
 
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