Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 11 luglio 2025
 
Coronavirus e scuola
 

«Mascherina e distanza, così è difficile insegnare»

13/10/2020 

Sono una docente che, avendo avuto il trasferimento, si è trovata a conoscere per la prima volta i suoi alunni un po’ a distanza e un po’ in presenza. A distanza, di loro ho visto solo dei bollini colorati con le iniziali dei nomi mentre per quella parte che è in presenza ho visto ciò che si scorge dietro alla mascherina. La distanza fisica senza identità, ma anche la presenza “mascherata”, mi hanno reso davvero difficili queste prime giornate di ripartenza. Mi sto domandando se sarò in grado di stringere con i colleghi e con gli studenti delle relazioni vere e alla fine significative.

MARCELLA

Cara collega, sono tornata a scuola con una gran voglia di ritrovare gli sguardi e i sorrisi dei colleghi e dei miei studenti, finalmente libera dal filtro dello schermo di un computer, che è innegabile, se da una parte ci ha permesso di continuare il nostro lavoro, dall’altra ci ha fatto sentire un po’ alieni a noi stessi e agli altri e a volte forse anche alienati. La comunicazione priva dello sguardo, del gesto, di quel linguaggio del corpo capace di esprimere a volte molto più delle parole ha spesso causato nei rapporti, sia con gli studenti durante le lezioni sia con il corpo docente nei momenti collegiali, tensioni, distorsioni, incomprensioni e fraintendimenti che in presenza forse si sarebbero evitate. Ma l’entusiasmo del rientro è stato fin dall’inizio smorzato da tutti i protocolli sanitari e dal vedere che non sarà così né facile né automatico riprendere la routine. Quindi capisco molto bene ciò di cui stai parlando. Ed entrare in una nuova realtà lavorativa, come nel tuo caso, comporterà sicuramente un’ulteriore fatica anche se cambiare è stata una scelta. Sarà un altro anno diverso, con corridoi e aule insegnanti silenziose, con classi piene a metà e, credimi, tutti dovremmo adattarci. Però cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno; avere in classe dodici alunni e averne dodici in remoto ci permetterà forse di conoscere meglio chi abbiamo davanti, potremo ascoltare tutti e provare la gioia di essere più ascoltati. Certo non era questa la soluzione che si prevedeva per ridurre la fatica di classi numerose, ma cerchiamo di accogliere con favore questa opportunità. Sono sicura che presto potrai dire ai tuoi nuovi studenti, quando con una scusa ci proveranno a non fare un compito o a giustificarsi, “ti conosco mascherina” e sarà perché nonostante tutti i dispositivi di protezione sarai riuscita di nuovo a stringere le relazioni di cui parli. Non sarà certo una mascherina a fermarci dalla voglia di conoscerli, capirli e farci capire, anche se ci vorrà un po’ più di tempo.

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo