Avvicinare i ragazzi disabili al mondo del motocross aiutandoli a credere nei propri sogni: Mattia Cattapan ne ha fatto una missione. Campione di kart cross, Mattia è un atleta disabile che ha deciso di regalare a giovani motociclisti in erba la possibilità di praticare questo sport con serenità, nonostante la sedia a rotelle faccia parte della loro avventura. Cattapan ha iniziato a gareggiare a sedici anni sui sentieri più impervi del suo Veneto, vincendo titoli importanti: la sua è stata una carriera in ascesa fino a un terribile incidente nel 2013 in una gara in Friuli Venezia Giulia, durante la quale perse il controllo della moto finendo rovinosamente al suolo. L’impatto fu tale da provocare la lesione della quarta e quinta vertebra e la conseguente paraplegia. «All’inizio vestirsi, spogliarsi o farsi la doccia sono tutte azioni da reimparare come se si fosse tornati bambini. Devi lavorare prima di tutto su te stesso», spiega Mattia.
Il suo messaggio è diretto soprattutto ai giovani, perché è sempre possibile trasformare le tragedie in grandi opportunità. È però naturale vivere un cambiamento così drastico con smarrimento, paura e sfiducia, ma a sostenere Mattia, che oggi ha 32 anni, c’è sempre stata la forza della fede, quella certezza che non sarebbe mai stato solo. Unita a coraggio, tenacia e grande umiltà, la fede è stata il vero motore, permettendogli di recuperare immediatamente grinta ed esuberanza. «Prima dell’incidente feci un pellegrinaggio a Medjugorje: credo di essere stato graziato dalla Madonna, alla quale sono molto devoto. Ne sono certo, la fede mi ha dato la forza per guarire», conferma. Dopo un periodo di convalescenza, il giovane campione ha aderito al progetto “Disabilità senza barriere” e ripreso i suoi allenamenti, partecipando alle Mille Miglia 2020 alla guida dell’auto restaurata di Clay Regazzoni, indimenticato pilota della Ferrari in F1 e pioniere dell’inserimento dei disabili nello sport. La sua forte personalità gli ha permesso di diventare il primo atleta disabile capace di gareggiare contro normodotati nella categoria kart cross. «Le passioni non muoiono mai neanche nelle persone con disabilità. Rimane sempre vivo il bisogno della scarica adrenalinica», chiarisce Mattia. «Andare in moto per le persone disabili è oggi possibile, ma non in completa autonomia, perché le carrozzine non sono adeguate alle sollecitazioni durante le gare». L’esigenza di un mezzo più idoneo lo ha spinto a progettare la E-Motion-Drive, un’auto speciale che permette anche alle persone paraplegiche di affrontare una gara senza il supporto di una guida al fianco e al tempo stesso di impennare liberamente in piena sicurezza. Dopo il successo del suo speciale veicolo, Mattia ha fondato l’associazione no profit CROSSabili, frutto della fede che non lo ha mai abbandonato in tutti questi anni, cimentandosi anche in attività finalizzate a inclusione, autonomia e sport.
TESTIMONIAL PER I GIOVANI
Il giovane centauro incontra spesso i ragazzi nelle scuole, associazioni e parrocchie e quando inizia a parlare della sua esperienza, tutti rimangono concentrati nell’ascolto, vedendo in lui un sostegno per conquistare una vita autonoma anche nella disabilità. È lui in persona a recarsi nei reparti oncologici pediatrici per portare una parola di speranza attraverso il racconto della sua rinascita. «Negli ospedali bisogna portare il sorriso, il mio motto è che i limiti sono solo nella mente».
Nelle corsie, quando arrivano le moto di Mattia, i piccoli pazienti sono affascinati dal rombo dei motori e il pallore dei volti si accalda di emozione quando l’atleta permette loro di fare un giro su uno dei suoi veicoli percorrendo i corridoi dell’ospedale. Con l’iniziativa “Sorrisi in corsia”, infatti, Mattia porta carrozzine elettriche e motociclette a chi sta combattendo la dura battaglia del cancro, anche soltanto per regalare un giorno di spensieratezza.
Così i bambini possono salire a bordo di una moto-buggy, un fuoristrada scoperto reso idoneo per chi è costretto su una carrozzina e fare un giro “mozzafiato” accompagnati dall’atleta. Mattia è l’esempio di come la sinergia tra passione e fede possa essere un binomio vincente che ti permette di “volare” in alto quanto più possibile, senza farsi disarcionare dagli eventi avversi per raggiungere grandi obiettivi all’apparenza impossibili. Il tutto con un pizzico di buon umore, perché il dolore può trasformarsi in gioia e voglia di riscatto e condivisione.