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martedì 08 ottobre 2024
 
 

Gay: sì ai diritti ma il matrimonio è altro

19/02/2013  Per la Chiesa il matrimonio è solo tra un uomo e una donna. Altra cosa è riconoscere i diritti individuali delle persone conviventi. Le parole del teologo moralista padre Lorenzetti.

Non giova alla giusta causa delle persone omosessuali equivocare il pensiero della Chiesa. In base al Vangelo, trasmette l’annuncio dell’incommensurabile dignità della persona umana, eterosessuale o omosessuale che sia. L’annuncio si fa  inevitabilmente denuncia di ogni forma di discriminazione, emarginazione e offesa. È doveroso superare antichi pregiudizi che hanno relegato l’omosessuale nell’ambito del peccato, della perversione, della follia e della malattia.

In questa prospettiva, I movimenti omosessuali hanno il merito di riportare all’attenzione pubblica molteplici problematiche sociali e culturali che accompagnano la condizione dell’omosessuale, e di denunciare le ingiustizie e la violazione dei diritti umani nei diversi ambiti della vita sociale. D’altra parte, occorre senso critico per distinguere le giuste rivendicazioni da quelle ideologiche, come il diritto al matrimonio e all’adozione.

Il matrimonio tra uomo e donna, che fonda la famiglia, è un’altra realtà.  Non giova a nessuno - nemmeno ai gay e alle lesbiche - confondere realtà che sono oggettivamente diverse. Altra cosa è, invece, aggiornare il codice civile per riconoscere i diritti individuali dei conviventi, come garantire l’assistenza sanitaria in caso di malattia, la reversibilità della pensione, la successione nella locazione della casa, ecc.

A riguardo dell’adozione, il criterio primario da seguire non è il desiderio  dell’adulto, ma il bene del minore. Se difficoltà si verificano  anche da parte della coppia eterosessuale, queste si accrescono nel caso della unione omosessuale. Il minore per crescere ha bisogno, secondo le acquisizioni delle scienze umane, di due genitori maschile/femminile e non di due padri o di due madri. Tanti minori, di fatto, sono in condizioni proibenti la loro crescita psicologica e umana, ma questo non giustifica introdurre, per legge, scelte e decisioni così cariche di problematicità.

La difesa della giusta causa delle persone omosessuali si costruisce con il dialogo e il confronto tra laici e cattolici. Si tratta, infatti, di questioni umane e non religiose (confessionali). Di certo non la si difende con forme di fanatismo e di esibizionismo.  

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