Un crimine che non può conoscere né oblio né perdono, così senza timidezze il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita ad Auschwitz definisce lo sterminio nazista. Lo fa davanti agli studenti del Liceo Scientifico-Classico-Scienze umane Leonardo da Vinci di Terracina (Latina), del Liceo Classico Rinaldini di Ancona e del Liceo G.A. Pujati di Sacile (Pordenone) in viaggio con la delegazione italiana: «Siamo qui oggi», dice Mattarella agli studenti e alle autorità presenti, «a rendere omaggio e fare memoria dei milioni di cittadini assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine atroce contro l'umanità».
«Oggi è il giorno dello Yom HaShoah, la giornata del Ricordo dell'Olocausto. Ricordare è dimensione di impegno. È dimostrazione che, contro gli araldi dell'oblio, la memoria vince. Per affermare l'orgoglio di voler essere "persone umane". Per ribadire "mai più"», ha continuato facendo riferimento al presente:«L'odio, il pregiudizio, il razzismo, l'estremismo e l'indifferenza, il delirio e la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli». «In quattro anni, dal 1941 al 1945, in questo complesso», ricorda Mattarella nel luogo simbolo dello sterminio «furono assassinate oltre un milione di persone, in ragione della propria appartenenza a una fede, a una cultura, in ragione delle loro convinzioni o della loro condizione. Nei campi nazisti, oltre a milioni di ebrei, anche oppositori politici, sinti, rom, disabili, omosessuali trovarono la morte nelle camere a gas, per il freddo, la fatica, la fame e la malattia o, ancora, perché vittime di esperimenti criminali. Cittadini innocenti di ogni Paese d'Europa furono tradotti bestialmente a questo luogo di morte. Un immenso cimitero senza tombe», prosegue il presidente, scegliendo una definizione di rara efficacia.
«Oggi più che mai, nel riproporsi di temi e argomenti che avvelenarono la stagione degli anni Trenta del secolo scorso con l'infuriare dell'inumana aggressione russa all'Ucraina, la memoria dell'Olocausto rimane un monito perenne che non può essere evaso», ricorda ringraziando le sorelle Bucci per la loro testimonianza: «Quest'anno ci accompagnano in questa indimenticabile esperienza due sorelle italiane sopravvissute agli orrori di Birkenau: a Tatiana e Andra Bucci va il ringraziamento di noi tutti».
Mette l’accento sull’impatto dell’esperienza di trovarsi un luogo simile: «Già studiarlo, e l'ho fatto molto a lungo, è impressionante ma vederlo è un'altra cosa. È già straziante leggere e vedere nei video le testimonianze, ma vederlo è un'altra cosa, che dà la misura dell'inimmaginabile. Vedere quelle scarpe, vedere quelle scarpette dei bambini, dei neonati sono cose inimmaginabili e bisogna continuare a ricordare e bisogna ricordare che quello che vediamo è una piccola parte», ha detto Mattarella. Di lì alla richiesta ai giovani di prendere il testimone della memoria e portarlo nel futuro il passo è brevissimo: «Dovete trasmettere anche voi a vostra volta la memoria. Dovete trasmetterla anche voi a chi verrà dopo» è l’appello che il presidente rivolge ai ragazzi prima di raccogliersi davanti al muro della morte dove venivano fucilati i prigionieri: «un luogo dell’orrore».