È un elogio all’Italia che si prende le sue responsabilità, si sacrifica per gli altri, non agita lo spettro della paura e non cerca scorciatoie o furbizie. Il discorso di fine anno del presidente Sergio Mattarella, scelto da Famiglia Cristiana come "Italiano dell'anno", è anzitutto questo: «La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità dei vaccini», dice agli italiani, «sprecarla è anche un'offesa a chi non l'ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla. I vaccini hanno salvato tante migliaia di vite, hanno ridotto di molto - ripeto - la pericolosità della malattia». Lo scandisce bene. Ricorda cos’era l’Italia all’inizio della pandemia, nel marzo 2020, i morti, i malati, gli ospedali al collasso e la gente chiusa in casa: «I vaccini sono stati, e sono, uno strumento prezioso, non perché garantiscano l'invulnerabilità ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri. Ricordo la sensazione di impotenza e di disperazione che respiravamo nei primi mesi della pandemia di fronte alle scene drammatiche delle vittime del virus. Alle bare trasportate dai mezzi militari. Al lungo, necessario confinamento di tutti in casa. Alle scuole, agli uffici, ai negozi chiusi. Agli ospedali al collasso. Cosa avremmo dato, in quei giorni, per avere il vaccino?».
In piedi, con le bandiere della Presidenza della Repubblica, dell'Italia e dell'Europa alle spalle, dal palazzo del Quirinale, il Capo dello Stato, pronuncia il suo messaggio di fine anno, alla vigilia della scadenza del settennato: «Tra pochi giorni si conclude il mio ruolo di presidente», precisa subito all’inizio. Si è trattato di un messaggio fra i più brevi pronunciati da Mattarella a fine anno, con una sola citazione, quella della lettera ai suoi studenti scritta dal professor Pietro Carmina, vittima del crollo di Ravanusa. Una scenografia sobria, con inquadrature che hanno ripreso il Presidente della Repubblica a persona intera e a tratti in primo piano.
Il Capo dello Stato ricorda che se l’Italia è ripartita, nonostante restrizioni e prudenza, è grazie a colore che hanno messo da parte la paura o le polemiche e sono andati a vaccinarsi. Per questo sottolinea ed elogia «i meriti di chi, fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha scelto di vaccinarsi: la quasi totalità degli italiani, che voglio, ancora una volta, ringraziare per la maturità e per il senso di responsabilità dimostrati». La pandemia, ha aggiunto, «ha inferto ferite profonde» e «la crisi su scala globale ha causato povertà, esclusioni e perdite di lavoro. Eppure ci siamo rialzati. Grazie al comportamento responsabile degli italiani - anche se tra perduranti difficoltà che richiedono di mantenere adeguati livelli di sicurezza - ci siamo avviati sulla strada della ripartenza; con politiche di sostegno a chi era stato colpito dalla frenata dell'economia e della società e grazie al quadro di fiducia suscitato dai nuovi strumenti europei».
Poi ha elogiato l’Europa, capace di dare «una risposta solidale, all'altezza della gravità della situazione e a cui l'Italia ha fornito un contributo decisivo».
Infine, ha fatto un bilancio del settennato che si chiude a fine gennaio: «Nel corso di questi anni la nostra Italia ha vissuto e subito altre gravi sofferenze. La minaccia del terrorismo internazionale di matrice islamista, che ha dolorosamente mietuto molte vittime tra i nostri connazionali all'estero. I gravi disastri per responsabilità umane, i terremoti, le alluvioni. I caduti, militari e civili, per il dovere. I tanti morti sul lavoro. Le donne vittime di violenza. Anche nei momenti più bui - ha aggiunto - non mi sono mai sentito solo».
Il Capo dello Stato ha rivolto il suo augurio a papa Francesco, incontrato a metà dicembre in Vaticano: «Desidero rivolgere un augurio affettuoso e un ringraziamento sincero a Papa Francesco per la forza del suo magistero, e per l'amore che esprime all'Italia e all'Europa, sottolineando come questo Continente possa svolgere un'importante funzione di pace, di equilibrio, di difesa dei diritti umani nel mondo che cambia».