«Sono particolarmente commosso da questa visita. Il Presidente della Repubblica rappresenta la Nazione e dunque, in un certo senso, è come se l'Italia intera oggi fosse passata davanti alla Sindone». Queste le prime parole dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, subito dopo l'incontro col Capo dello Stato che, durante la sua visita a Torino, ha voluto recarsi in pellegrinaggio al Sacro Lino, come già fece nel '98 il suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro. «La visita – ha osservato Monsignor Nosiglia - è una conferma di quanto forte e speciale sia il rapporto che il popolo italiano ha con la Sindone. In queste settimane stanno arrivando centinaia di migliaia di pellegrini da tutte le Regioni».
Ed è stato proprio l'arcivescovo di Torino ad accompagnare il Presidente nel pellegrinaggio, dopo un momento di colloquio. La visita, di carattere rigorosamente privato, è stata circondata da quella sobrietà e quella discrezione che fin dai primi giorni di mandato caratterizzano lo stile di Mattarella. Uscito dal Duomo di San Giovanni Battista (dove è esposto il Telo), a una giornalista che gli ha domandato se la fede possa ancora dare speranza al presente, si è limitato a rispondere «Sì, certamente». Sembra emergere il desiderio di non confondere i sentimenti e le riflessioni di uomo credente, impegnato in ambito cattolico fin dagli esordi della sua esperienza politica, con il ruolo istituzionale che la guida di un Paese comporta.
Anche l'Arcivescovo, sollecitato dai cronisti, si è soffermato sui rapporti tra Chiesa e stato laico: «Religiosità e laicità rappresentano due filoni complementari nella vita di ogni cittadino – ha concluso - È necessario trovare una via comune superando le contrapposizioni per dare risposte concrete soprattutto in campo sociale. La visita di oggi conferma come istituzioni, soggetti privati, partner e associazioni culturali, abbiano fatto “sistema” per garantire la buona riuscita nell’organizzazione dell’Ostensione».