Volontariato “energia irrinunciabile della società”, capace di “cambiare il “modello sociale”; cruciale per la fiducia nel futuro”; “passione che sconfigge l’indifferenza”: definizioni forti quelle scelte dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso per la cerimonia d’inaugurazione di “Padova Capitale europea del volontariato 2020”, svoltasi stamattina nel capoluogo veneto, dopo l’aggiudicazione del titolo attribuito del Centro Europeo del volontariato (Cev).
Di fronte a una platea di oltre cinquemila volontari, il Capo dello Stato ha iniziato commentando il “prestigioso riconoscimento alla città” che è riconoscimento “alla sua cultura di solidarietà, alla storia di donne e uomini che hanno lasciato tracce preziose; e aperto strade su cui altri hanno potuto poi camminare” ma che al tempo stesso è anche “responsabilità”: “Un impegno che Padova assume affinché questi mesi non si limitino alla pur legittima celebrazione di tante positive esperienze, ma rappresentino un avanzamento per l’intero Paese, una stagione di crescita collettiva italiana”.
Quindi ha voluto soffermarsi sul valore sociale espresso dal volontariato. “Un patrimonio generato dalla comunità, che si riverbera sulla qualità delle nostre vite, a partire da coloro che si trovano in condizioni di bisogno, o faticano a superare ostacoli che si frappongono all’esercizio dei loro diritti. La generosità espressa dai volontari è frutto di una scelta della persona, messa di fronte a sfide e, talvolta, emergenze che la vita delle famiglie e delle comunità ci presenta”.
E ha citato “gli angeli del fango di Firenze nel 1966, gli alpini del terremoto del Friuli dieci anni dopo” per abbracciare tutti quei volontari che hanno dato braccia e cuore in occasione di “tutte le altre catastrofi che si sono succedute nel nostro Paese”.
La dimensione della gratuità, ha ricordato Mattarella, è capace di generare comunità e “commette un errore chi pensa che l’impegno volontario, e i valori che esso trasmette, appartengano ai tempi residuali della vita e che non incidano sulle strutture portanti del nostro modello sociale. Al contrario, la dimensione della gratuità, unita alla responsabilità civica e a un forte desiderio di condivisione, produce riflessi e crea interrelazioni con ogni altro ambito della vita sociale”.
Ha ricordato, poi, quanto ricche di testimonianze luminose in questo senso siano la terra veneta e Padova. “L’Italia è ricca di solidarietà”, ha detto. “Lo è il Veneto. Il volontariato ha radici antiche e profonde nel nostro Paese, nelle molteplici tradizioni culturali che esso presenta. Padova ne rappresenta una punta avanzata e ha conosciuto grandi testimoni del volontariato italiano” . E ha ricordato la visita a Padova per l’evento di tre anni fa del Cuamm, nel nome di don Luigi Mazzucato e Francesco Canova. È stato ricordato Monsignor Giovanni Nervo, padre della Caritas italiana, e poi della Fondazione Zancan: con lui ha lavorato a lungo un altro padovano mite e instancabile, Monsignor Giuseppe Pasini. Per loro, e per tanti intorno a loro, carità e giustizia sono sempre state un binomio inscindibile e l’aver posto al centro del loro impegno il contrasto alla povertà ha aiutato tutto il volontariato italiano a sentirsi costruttore incessante di quella solidarietà sociale che è iscritta nei principi di fondo della Costituzione repubblicana”.
Volontariato operativo localmente, ma con lo sguardo all’umanità intera: è l’altra qualità che Mattarella ha riconosciuto all’impegno solidaristico. “Per sua natura – ha detto - è portato ad alzare lo sguardo oltre i confini del proprio borgo, della propria regione, del proprio Paese, per guardare all’umanità. Il volontariato nasce per compiere gesti concreti di solidarietà, e cresce per tendere costantemente a farsi propulsore, ovunque è possibile, dei diritti delle persone e delle comunità”. E in questo senso non si potevano non citare due “battistrada” che hanno operato a Padova: “Antonio Papisca, giurista e uomo di pace; Tom Benetollo, che si è speso per la distensione, l’accoglienza, l’integrazione”.
Dire oggi volontariato è dire “una realtà molto complessa e variegata”, ha precisato il Presidente della Repubblica: “All’impegno dei volontari si è affiancata un’ampia gamma di opere e attività che chiamiamo Terzo Settore. Una realtà che in gran parte attualizza i principi originari, e spesso li integra con forme nuove, portando nel mercato le imprese sociali, toccando e rimodellando i servizi del Welfare, offrendo anche inediti percorsi professionali e lavoro a chi vive condizioni di emarginazione. È bene, naturalmente, prestare attenzione affinché queste nuove sfide non alterino ma, anzi, potenzino i valori costitutivi dell’impegno volontario. La generosità e il calore dell’amicizia. La passione per la vita. L’attenzione al bisogno. La cura del bene comune.
Per affrontare le nuove sfide che le rapide trasformazioni sociali portano urge una nuova legislazione. Ne ha fatto cenno Mattarella augurandosi che in questo anno si proceda nell’attuazione della legge sul Terzo settore, coinvolgendo i protagonisti, assicurando una piena collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, favorendo la partecipazione e il sostegno – anche economico – di una più vasta platea di cittadini, i quali non perdono occasione di dimostrare interesse, favore e coinvolgimento per la solidarietà che si organizza”.
Non è mancato un richiamo all’importanza del Servizio Civile Universale e al suo potenziamento. “Il Servizio Civile coinvolge ogni anno decine di migliaia di giovani, consentendo loro di fare utili esperienze e di sviluppare il talento in forme di impegno civico e solidale. Può dare una mano a “ricucire”: per questo confidiamo che possa ridursi lo scarto tra le richieste dei giovani e i posti che si renderanno disponibili”.
Infine Mattarella ha ricordato come a volte i volontari rischino la vita nell’espletare il loro servizio altruistico: “Parlando di testimonianza - ha detto - desidero ribadire qui l’apprensione per le sorti di Silvia Romano, la giovane rapita in Kenia mentre svolgeva la sua opera generosa di solidarietà e di pace. Da Padova-Capitale non può mancare per lei il nostro pensiero, che si unisce al costante impegno delle istituzioni per ottenerne la liberazione”.