Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 27 marzo 2025
 
IL GESTO
 

Matteo Berrettini, fieri di avere un campione così

29/06/2022  Che Berrettini fosse una delle facce più pulite del tennis mondiale si sapeva, che fosse candidato a giocarsi cose grandi a Wimbledon quest'anno pure. La spiegazione che ha dato per il suo ritiro gli fa grande onore

A Wimbledon non c’è la cosiddetta “bolla” i tennisti non sono più obbligati al tampone per giocare e Matteo Berrettini, due successi su due sull’erba quest’anno e l’anno scorso campione al Queen’s e finalista a Wimbledon, non poteva più nascondere neanche a sé stesso il sogno, sulla carta non impossibile, di vincere quest’anno il torneo di tennis più prestigioso del mondo. Era lì per quello.

Eppure da qualche giorno non usciva dall’appartamento che aveva affittato. Ieri giorno dell’esordio la spiegazione: «Ho il cuore spezzato nell’annunciarvi che devo ritirarmi da Wimbledon a causa di un test positivo al Covid. Ho avuto sintomi influenzali e sono stato isolato negli ultimi giorni, benché i sintomi fossero lievi, ho ritenuto importante fare un altro test questa mattina per proteggere la sicurezza e la salute dei miei avversari e di tutte le persone coinvolte nel torneo. Non ho parole per descrivere il dispiacere che provo. Il sogno per quest’anno è andato, ma tornerò più forte. Grazie per il sostegno».

Spesso si dice che ai campioni chiediamo oltre il richiesto sul campo: di dimostrare di valere non solo vincendo. Matteo sapeva che quest’anno il suo sogno era davvero a portata di mano, il suo gesto lo rende campione anche se non potrà alzare la coppa con il piccolo ananas sulla sommità. Sentiamo ripetere da ogni parte che questa fase della pandemia coincide non con i divieti ma con il senso della responsabilità di ciascuno. A giudicare da quello che si vede in giro, è un senso molto poco esercitato. L’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici è disatteso e le statistiche lasciano intendere agli esperti che molti che si sanno positivi scelgono egoisticamente di non dirlo. Matteo che aveva in gioco parecchio, se non l’occasione della carriera qualcosa che ci andava molto vicino, ha dato a tutti una lezione di responsabilità esercitata, l’esatto contrario dell’individualismo. Un gesto da campione in sé e anche nell’aver capito che un’immagine bella, pubblica e vincente può essere usata in tanti modi e che la scelta del come è in capo a ciascuno. Matteo l’ha usata con sensibilità e intelligenza, dimostrando che vincere sul campo, anche quando si è fortissimi, nella vita non è la sola cosa che conta e comunque non ad ogni costo. Bravo Matteo, fieri di te

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo