Per festeggiare i 450 anni dalla nascita di Shakespeare, nel Festival Shakespeariano, al Teatro Romano di Verona, debuttano un’originale versione di Otello interpretato da Giuseppe Battiston, Lost in Cyprus, sulle tracce di Otello (dal 2 al 5 luglio), La dodicesima notte (dal 16 al 19 luglio) con Carlo Cecchi, anche regista, mentre la Popular Shakespeare Company, diretta da Valerio Binasco propone un autore classico, Carlo Goldoni con Il bugiardo (dal 23 al 26 luglio).
Valerio Binasco, che ha appena ricevuto il Premio Hystrio 2014 alla regia, considera Lelio, il bugiardo della commedia «uno sbruffone, ma sostanzialmente un disadattato, vittima di una società troppo seria, troppo avida e incapace di affetti che non siano dettati dall’interesse o dal conformismo, dimenticato da tutti, addirittura dal padre, assente fin dalla sua giovinezza».
Per Il bugiardo, Binasco ha scelto un attore comico, Maurizio Lastrico, classe 1979, che ha raggiunto popolarità grazie a Camera Cafè, con il personaggio del catatonico, a Zelig off e Zelig in cui si è affermato per le sue originali versioni in metrica della Divina Commedia e della Bibbia adattate alla vita quotidiana. Nel 2013 ha portato in tournée Facciamo che io ero io, prodotto da Bananas srl, con la regia di Gioele Dix che lo aveva già diretto anche al Teatro Romano di Verona nel 2012 nel Sogno di una notte di mezza estate.
Con grande entusiasmo, Maurizio parla del suo primo ruolo da protagonista in una commedia di prosa, pur avendo già recitato in classici, diretto dal regista Marco Sciaccaluga, dopo il diploma nel 2006 alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova: «Durante le prove, stiamo scoprendo molti aspetti del carattere di Lelio, che ha una sua dignità, anche se con le sue menzogne crea sconvolgimento; il testo è quello originale di Goldoni, ma ricreato con un’anima moderna, che non vuol dire che è stato portato nel 2014, ma privato della leziosità, che spesso caratterizzava gli allestimenti goldoniani, poiché Binasco ricerca concretezza, indagando fra i sentimenti. Il mio incontro con Binasco è stato proprio un super incontro: mi ha capito in profondità e mi dirige con grande amore per l’arte e dedizione al suo lavoro. Io - prosegue Lastrico - sono felice di tornare alla prosa poiché, dopo le esperienze con lo Stabile di Genova, avevo lasciato maggior spazio alla mia parte comica. Mi è piaciuto ora rimettermi in discussione con un grande ruolo, in cui posso utilizzare le mie due anime quella teatrale e quella comica».
Tornando indietro nel tempo, a quando andava a scuola e a quando
lavorava come educatore dei bambini alle elementari, appare un ritratto
inedito del Lastrico, comico dai lunghi capelli ricci e arruffati a cui
siamo abituati: «Avevo buoni voti a scuola e contemporaneamente venivo
visto dai compagni come un casinista, avevo una folle goliardia, come
mio padre che sul lavoro era molto serio, ma in casa era
divertentissimo; finiti gli studi, ho fatto l’educatore per 8 anni in
comunità e poi per una cooperativa. Quando i miei genitori si sono
separati, il mio gruppo è diventato la mia famiglia, tanto che i
linguaggi e i modi di dire che sono nati fra noi amici sono il mio e il
nostro modo di comunicare. Il mio legame con loro è forte, infatti vivo
ancora a Genova per avere un contatto con i miei amici e anche adesso
che sto facendo le prove in Piemonte, alla sera torno a Genova per stare
con loro e ci troviamo tutti a casa di qualcuno a chiacchierare, anche
se per me è una sfacchinata».
Nonostante il successo infatti Lastrico è rimasto un ragazzo semplice
con i piedi per terra, tanto che ricorda con piacere il suo lavoro di
educatore e durante il quale, per intrattenere i ragazzi, sono nate le
sue prime scenette comiche.
Alcune volte nella sua città gli capita anche di incontrare i suoi ex
alunni che lo fermano, orgogliosi di lui: «Quando rivedo alcuni
ragazzi, che avevo seguito come educatore, mi fa molto effetto, certi
li ho conosciuti che avevano otto o nove anni e mi trovo davanti
ragazzoni di due metri. Uno un giorno mi dice “ciao, sono panzerotto”,
soprannome che gli avevo dato e che all’epoca lo rispecchiava, mentre
oramai non gli corrisponde più! I miei ragazzi avevano conosciuto il mio
umorismo spontaneo, quando non era confezionato per il pubblico, e io
con loro mi sono sempre divertito nell’intrattenerli. Sono stato bravo
anche ad organizzare le loro giornate, io che non sono capace di
organizzare le mie!».
I suoi genitori sono soddisfatti del percorso che ha intrapreso anche
se all’inizio solo sua madre lo aveva sostenuto, come racconta: «Mio
padre non era tanto contento quando ho deciso di fare l’attore, anche se
lui avrebbe potuto essere un comico più bravo di me. Invece mia madre
mi ha incoraggiato guardando meglio dentro di me di come potessi fare
io: quando stavo per accontentarmi di fare l’educatore, lei che
leggeva in profondità la mia insoddisfazione e il mio desiderio di
esprimermi agli altri facendo il comico, mi ha spinto a fare il provino
allo Stabile. Mia mamma, che mungeva le mucche sulle alture dell’Emilia
Romagna, quando è venuta ad ascoltarmi a Zelig, era la prima volta che
veniva a Milano in tutta la sua vita! Ringraziava i tecnici e salutava
tutti dicendo “Grazie che fate stare qui Maurizio” , sembrava un film
per lei. Ora posso solo immaginare quello che sarà per lei venire al
Teatro Romano di Verona e vedermi esibire come protagonista».
Altre persone importanti nella sua formazione sono stati gli insegnanti,
grazie ai quali ha scoperto la passione per la poesia e non solo per la
comicità: «La mia insegnante di recitazione dello Stabile di Genova,
Laura Messeri, si soffermava molto sulla metrica, grazie a lei ho
riscoperto Dante. Ho capito che recitare usando la metrica è come avere
una chitarra di accompagnamento, infatti una notte mi sono trovato a
giocare con i meccanismi della poesia raccontando però fatti
quotidiani e così è nata la mia modalità comica che mi ha fatto
conoscere in tv. Penso che il teatro affrontato seriamente sia un’arte
molto nobilitante».
Dopo aver rivisitato Dante anche nel libro Nel mezzo del casin di nostra
vita, Maurizio si dedica ai giochi linguistici sulla Bibbia ricordando
la sua infanzia: «La Bibbia in 5 minuti e altri sketch sono nati dai
miei studi di ragazzino: ho frequentato il gruppo della mia parrocchia, a
catechismo ero uno che seguiva in maniera attiva, sono sempre stato
affascinato dalla ritualità della Messa. Mi piace raccontare quello che
è radicato nell’infanzia, per esempio ricordare la vita di Gesù in
modo semplice come ce la spigavano da bambini, e raccontarla a mia
volta. Penso infatti che il bello e il comico possano andare insieme:
la comicità non è solo prendere in giro qualcosa, ma può assumere un
senso più profondo quando emerge l’amore per quello su cui si scherza.
Io non improvviso ma faccio molte prove, valuto se un pezzo serve solo a
far ridere o anche a trasmettere qualcosa a chi mi ascolta; anche
quando lavoro in tv, non improvviso. Gino & Michele, insieme a
Giancarlo Bozzo, a Zelig mi hanno dato molto credito e non voglio certo
deluderli, quindi sto già lavorando alla stagione di ottobre di Zelig».
Dove e quando
IL BUGIARDO di Carlo Goldoni. Con Maurizio Lastrico, Michele di Mauro e
Popular Shakespeare Kompany. Regia di Valerio Binasco. Musiche originali
di Arturo Annecchino. Scene e Costumi Carlo de Marino. Luci di Pasquale
Mari. Produzione Oblomov Films Srl in collaborazione con il Festival
Estate Teatrale Veronese e la Versiliana Festival. Festival di Verona:
23, 24, 25, 26 luglio 2014, Festival della Versiliana: 27 Luglio 2014.
Info: tel. 848002008, 045/8066485-8066488. Per il programma completo
dell’Estate Teatrale Veronese: www.estateteatraleveronese.it;
www.mauriziolastrico.it