È un laico spagnolo di 61 anni, sposato e con due figli, Maximino Caballero, il segretario generale della Segreteria vaticana dell’Economia nominato oggi dal Papa. Esperto di finanza internazionale, tanto da essersi trasferito negli Stati Uniti per ricoprire un incarico di peso nella società Baxter Healthcare Inc., capacità manageriali, sostenitore del gioco di squadra, un temperamento innovatore e amante delle sfide, è amico di infanzia del prefetto del «ministero delle finanze» del Papa, il gesuita spagnolo Juan Antonio Guerrero, che potrà così affrontare i prossimi impegni con un braccio destro tanto fidato quanto competente.
«Di tutte le diverse opportunità di carriera che avrei potuto immaginare, questa è una di quelle che non ho mai neanche lontanamente pensato...», ha commentato Caballero con Vatican News. «Quando padre Guerrero mi ha chiamato per propormi questo progetto mi è passato per la mente un lungo elenco di motivi per i quali non avrei potuto accettare: la mia famiglia si è stabilita negli Stati Uniti; avrei dovuto temporaneamente lasciare i miei figli, Sandra e Maxi, che lavorano lì; il lavoro; la casa... Tuttavia, mia moglie, Inmaculada, e io, sapevamo fin dal primo momento che la chiamata di Dio arriva in forme molto diverse, e questa era la nostra. Quindi c’era una sola risposta: “fiat”».
«Pensare che la Chiesa sia solo una questione di sacerdoti e suore e che il resto di noi sia solo spettatore è molto diffuso», afferma ora il primo laico a ricoprire un ruolo di tale peso nella storia delle finanze vaticane. «Tuttavia, i fedeli laici hanno un compito molto importante da svolgere all’interno della Chiesa. Siamo tutti membri dello stesso corpo e abbiamo tutti la nostra missione. Per me poter collaborare con la Santa Sede, al servizio del Santo Padre, è un onore e una grande responsabilità. I miei “talenti” sono la mia esperienza e il mio lavoro, e spero con loro di poter fare la mia parte e collaborare alla trasparenza economica della Santa Sede».
Come padre Guerrero, Caballero è nato a Merida nel 1959, come lui ha studiato economia all’Università Autonoma di Madrid. Ma mentre Guerrero dopo due anni ha temporaneamente lasciato gli studi in Economia – terminati successivamente – per entrare nel noviziato della Compagnia di Gesù, Caballero ha proseguito la sua carriera nel campo delle finanze. «Padre Guerrero e io siamo cresciuti insieme – racconta ora – le nostre famiglie hanno mantenuto legami di amicizia per tutta la vita, e siamo stati molto vicini fino all’Università. Da allora in poi, la vita ha portato ognuno di noi su strade diverse, ma sempre senza mai perdere i contatti». Dopo la laurea il nuovo segretario generale della Segreteria per l’Economia ha conseguito un Mba (Master in Business Administration) presso l’IESE Business School di Barcellona, poi ha lavorato per vent’anni tra Barcellona e Valencia, come responsabile della finanza in diversi Paesi europei, in Medio Oriente e in Africa. Nel 2007 si è trasferito con la sua famiglia negli Stati Uniti, dove ha ricoperto diverse posizioni nell’area Finanza di Baxter Healthcare Inc., azienda multinazionale di prodotti e servizi medici ad azionariato diffuso e con un portafoglio di prodotti per le cure intensive, la nutrizione, le cure renali, gli ospedali e la chirurgia. Caballero è stato vicepresidente delle finanze internazionali, delle finanze di diversi uffici regionali, sia in paesi sviluppati che in paesi emergenti, e responsabile del «value capture». Gli Stati Uniti e Baxter, racconta ora, «sono stati la mia casa per molti anni. Qui ho avuto l’opportunità sia di crescere professionalmente, sia di interagire con persone e progetti provenienti praticamente da tutto il mondo. Il mio lavoro mi ha permesso di conoscere culture diverse e mi ha aiutato a capire l’importanza e la forza della diversità. A livello personale, ammiro il grado di coinvolgimento dei fedeli in questo Paese con la Chiesa e la loro generosità nel sostenere le loro parrocchie e le loro opere sociali».
Nell’architettura introdotta da Papa Francesco, se il Consiglio per l’Economia, guidato dal cardinale tedesco Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, ha un ruolo di indirizzo, e al Revisore dei conti è affidato l’audit interno, la Segreteria per l’Economia è «competente per il controllo e la vigilanza in materia amministrativa e finanziaria sui dicasteri della Curia Romana», come si legge negli statuti, «sulle istituzioni collegate alla Santa Sede o che fanno riferimento ad essa e sulle amministrazioni del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano».
Il ruolo di segretario generale della Segreteria per l’Economia era vacante da quando nel 2018 se ne era andato il primo segretario di questa struttura creata da Papa Francesco, monsignor Alfred Xuareb. Nel periodo in cui l’allora prefetto, il cardinale Geroge Pell, era tornato in Australia per un processo per pedofilia, poi, la Segreteria per l’Economia è stata diretta di fatto da monsignor Luigi Mistò, da poco confermato alla guida della Pontificia Commissione per le attività del settore sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa.
«Affronto questo nuovo passo nella nostra vita con umiltà e con gratitudine a padre Guerrero per aver proposto la mia candidatura, e al Santo Padre per aver riposto in me la sua fiducia», afferma Maximino Caballero. Dopo le dimissioni dal suo attuale incarico, il nuovo Segretario generale della Segreteria per l’Economia della Santa Sede e sua moglie si trasferiranno a Roma nei prossimi giorni, e Caballero sarà operativo dalla seconda metà di agosto.
Dovrà affiancare subito padre Guerrero nelle delicate sfide che affrontano le finanze vaticane, colpite, come le finanze di tutto il mondo, dal deficit innescato dalla pandemia di coronavirus. Promotrice del recente, innovativo nuovo codice vaticano degli appalti, la Segreteria per l’Economia ha già in cantiere altri progetti, a partire dalla centralizzazione degli investimenti finanziari, attualmente sparpagliati tra i diversi dicasteri della Santa Sede, una gestione più sistematica – ma senza licenziamenti – del personale, nonché una nuova impostazione del bilancio vaticano, che in futuro dovrebbe essere strutturato non più in base a entrate e uscite, come uno Stato normale o come un’azienda, ma, data la peculiarità dello Stato pontificio, come «bilancio di missione» che fissi quali sono gli obiettivi che la Santa Sede persegue (dall’evangelizzazione alla comunicazione delle parole del Papa, dagli aiuti caritatevoli al sostegno alle Chiese orientali), facendone discenderne i costi e fissandone le risorse necessarie al loro adempimento.