Poeti come Nino Costa, pedagogisti come Maria Montessori, psichiatri come Franco Basaglia, uomini di fede come Don Milani e ancora intellettuali laici e non, avvocati, artisti, nel corso di oltre un secolo hanno agito contro i pregiudizi e la discriminazione per ricostruire il valore e il rispetto per la persona al di là di ogni etichetta.
L’Arte ha sempre avuto a che fare con la conoscenza e l’accettazione del diverso e l’opera/progetto I\O_IO È UN ALTRO dell’artista brasiliano César Meneghetti, al Maxxi di Roma dal 20 novembre al 17 gennaio, si inserisce pienamente in questa tradizione.
I\O_IO È UN ALTRO ha preso avvio nel marzo 2010, a partire da un intenso processo di relazione e scambio con le persone con disabilità coinvolte nei Laboratori d’Arte creati della Comunità di Sant’Egidio a Roma; la mostra comprende cinque opere nate da questa relazione, opere che ci insegnano una logica inedita e che rivelano una capacità sorprendente di immaginare, percepire, pensare, raffigurare la realtà.
“Fare una ricerca artistica sulla normalità e sulla verità insieme a persone disabili mi è sembrato un campo di lavoro perfetto per me – dice Cesar Meneghetti - La cosa che mi premeva di più era cercare nuovi punti di vista, forse nuove riflessioni che noi pseudo normali non riusciamo più a vedere”.
Le opere esposte sono videoistallazioni, installazioni sonore, fotografie, a partire da I/O_OPERA #01 VIDEOCABINA #3 lavoro chiave che ritrae gli artisti disabili, l’artista e la curatrice in una sorta di dialogo che coinvolge anche lo spettatore: una galleria di persone che si presentano per quello che sono e che si esprimono su temi universali come felicità, amore, solitudine, morte, normalità e diversità.
Con I/O_OPERA #03 EX-SISTENTIA l’artista svela invece come un ragazzo affetto da autismo percepisce lo spazio circostante, come vive il suo pensiero, mentre I/O_OPERA #06 LOVISTORI è il racconto audio di una storia d’amore diversa. Il percorso di mostra comprende poi I/O_OPERA #08 PASSAGGI-PAESAGGI opera composta da 3 monitor in cui scorrono immagini di persone a grandezza reale che camminano, ad occhi chiusi, da destra a sinistra: una metafora della nostra esistenza effimera, ignara, ignorata, la cui unica certezza è il passaggio su questa terra. I/O_OPERA #17 SENZA TITOLO racconta infine, attraverso la fotografia, un workshop realizzato dall’artista insieme a Cristina Elias, in cui i partecipanti hanno costruito un lessico senza parole fatto con il solo strumento del corpo.