Parlare di Media Education nel 2011 può sembrare
uno sterile esercizio dialettico e soprattutto
anacronistico, dato che ormai essa è entrata, a
buon diritto, anche nei contesti di istruzione formale.
Già dalla fine del secolo scorso, il Ministero
dell’Istruzione e poi il Miur, hanno dato precise direttive
e finanziato l’inserimento delle nuove tecnologie
nella scuola di ogni ordine e grado, istituendo
persino le Università telematiche. Tuttavia, se molto
ci si è preoccupati di inserire nei percorsi
dell’istruzione pubblica le nuove tecnologie digitali
che ben supportano le diverse tipologie di media,
non altrettanto, almeno a livello delle stesse istituzioni,
ci si è occupati di realizzare degli efficaci percorsi
formativi per la classe docente. Il tema della
multimedialità è stato ed è ampiamente trattato negli
studi e nelle ricerche delle aree didattico-pedagogica,
psicologica e sociologica, i cui risultati e le buone
pratiche evidenziate non sempre vengono recepiti
e utilizzati nelle scuole e nelle Università.
Ma andiamo con ordine: quando si parla di Media
Education si fa riferimento a tre diverse modalità di
intenderla e quindi si parla di educazione con i media,
educazione ai media ed educazione per i media.
L’educazione con i media è l’accezione più diffusa
e più usata in ambienti di istruzione e di formazione,
in quanto i media vengono intesi come strumenti
da utilizzare nei percorsi educativi.
La seconda
accezione, educazione ai media, fa invece riferimento
alle capacità di comprensione critica dei media
e alle competenze necessarie per l’interpretazione
del loro linguaggio.
L’ultima accezione fa riferimento
alle competenze necessarie
per la formazione dei professionisti
dei media.
Non c’è dubbio che l’educazione
con i media (programmi Tv,
film, radio e audiocassette, giornali, libri
e, più recentemente Internet, software
vari portabili su Lim, cioè Lavagna
interattiva multimediale, su Pc e
su strumenti quali gli smartphone, gli
iPhone e i tablet) sia da tempo ampiamente
utilizzata nei percorsi scolastici
e nella formazione.
Tuttavia, spesso, i
media elettronici vengono utilizzati
come meri strumenti di trasmissione
di contenuti e non come utili e coinvolgenti
strumenti per la costruzione
della conoscenza.
L’uso che ancora in gran parte viene
fatto delle Lim,
ne è la prova più
evidente: a dispetto
delle possibilità di
lavoro di gruppo,
di interazioni tra
pari e di costruzione
della conoscenza
guidata dal docente-
tutor, a dispetto
delle possibilità
di costruire insieme
contenuti utilizzando
varie fonti
disponibili (filmati,
clip video e inserti audio, fotografie
etc., scaricati da Internet o creati dagli
stessi allievi), lasciando agli alunni
lo spazio di discutere, scegliere, provare
e, conseguentemente apprendere
dalle interazioni tra pari, dalle conseguenze
delle scelte e degli errori fatti,
si preferisce usare software preconfezionati
con i quali, appunto, trasmettere
contenuti.
Per dirla con Prensky (2007, pp. 54-
55), «... I nativi digitali desiderano sopra
ogni altra cosa l’interattività: si
aspettano cioè una risposta immediata
a ogni loro singola azione. L’insegnamento
tradizionale... Offre loro
ben poco in tal senso...».
La Lim è solo
un esempio, ma è chiaro che i ragazzi
di questo secolo, nati e cresciuti in un
ambiente ricco di media, utenti della
rete, si trovano a disagio in ambienti
dove non è sufficientemente consentito
loro di interagire con i pari oltre
che con le tecnologie disponibili.
Perché viene privilegiata questa tipologia
di utilizzo dei media? A nostro
avviso la risposta a questa domanda
sta, fondamentalmente, nella carenza
delle realizzazioni di attività formative
implicitamente contenute nella
seconda accezione della Media Education:
ciò che è poco efficacemente
praticata è proprio l’educazione ai
media, per cui si viene a determinare
una scarsa conoscenza dei linguaggi
propri di ogni medium.
Oggi tutti, ma i
più giovani in particolare,
vivono i media
per “immersione”,
per dirla con
Maragliano (2004),
e basta guardare alcune
recenti statistiche
dell’Istat per
rendersene conto.
Nel 2006 è stato
pubblicato uno studio
su L’uso dei media
e del cellulare in Italia, da cui risulta
che il consumo di media per i soggetti
da 11 anni in poi è variato, dall’anno
2000 all’anno 2006.
Se poi prendiamo in considerazione
le serie storiche, sul consumo dei
media, di cui qui riportiamo la tabella
Istat relativa all’Italia nel suo complesso
nel periodo 1965-2010 possiamo osservare come il consumo
di televisione si mantiene sempre
oltre il 90%, quello della radio resta
pressoché invariato, il consumo di
quotidiani descrive quasi una parabola,
quello dei libri aumenta fino al termine
del secolo scorso per poi fermarsi,
sia pure con alti e bassi, un po’ oltre il 40%, mentre il consumo di Pc e
Internet, che viene rilevato solo in
questo secolo, aumenta di diversi punti
ogni anno. È evidente, quindi, che
l’aspetto più importante della Media
Education è l’educazione alla lettura
critica, alla corretta comprensione
del linguaggio dei vari media.
Già Popper aveva messo in guardia
sull’uso scorretto della televisione
(cattiva maestra), e, tra gli altri, Bandura
ha parlato di “modellizzazione”,
nel senso che tutta una serie di comportamenti
viene attuata imitando un
modello esterno; spesso i giovani (e
anche gli adulti) si ispirano nella loro
vita a ciò che appare sullo schermo
(Tv, cinema e Pc) interpretandolo come
un modello da imitare acriticamente,
invece di leggere l’immagine
nel modo corretto.
Ciò che vediamo
sullo schermo non è reale, ma una
“rappresentazione” della realtà. Se
questa affermazione è immediatamente
comprensibile nel caso ci si riferisca
a un film, può far insorgere delle
perplessità se riferita alla Tv, medium
in cui tutti finiamo con l’immergerci.
Ma è, forse, soprattutto la televisione,
che spesso svolge una funzione di
orientamento, a tentare di costruire
opinioni e attivare interessi, senza dichiararlo
esplicitamente. È sotto gli
occhi di tutti come i grandi editori di
televisioni e stampa in genere manipolano
le informazioni o producono programmi
di livelli spesso veramente infimi,
ma “attraenti” per gli occhi e le
menti del pubblico meno attrezzato
culturalmente per mancanza di educazione
specifica. Allora, la guida di un
docente competente nel linguaggio
mediatico diventa cruciale per la costruzione
di un pensiero libero, critico,
indipendente per una cittadinanza
consapevole. Da qui l’importanza
della terza accezione della Media Education
relativa alla formazione di persone,
oltre che di specialisti, in grado di
capire e usare competentemente gli
strumenti che la tecnologia del XXI
secolo offre a insegnanti e formatori.
Ma l’approccio socio-cognitivista di
Bandura, relativamente al costrutto di
modeling, è importante anche nell’ottica
delle attività di apprendimento cooperativo
e di Peer Education. La funzione
del docente, in un’ottica socio-costruttivista
quale deve essere quella degli
ambienti di apprendimento cooperativo,
è sfumata in compiti di mentoring
e/o di tutoring: cioè di guida, di pari
più capace, riducendo al massimo
l’asimmetria docente-discente, assumendo
funzioni di leadership di servizio,
consentendo ai partecipanti al gruppo
di esprimere al meglio le capacità individuali.
In una strategia didattica fondata
sulla Peer Education, il compito del docente/
tutor/pari più capace diventa
quello di fornire sostegno e collaborazione
come esperto e non più quello di
trasferire contenuti ed esperienze perché
devono essere gli stessi allievi a costruire
i loro saperi e a maturare esperienze
significative.
Una delle principali
caratteristiche della PE è relativa alle
abilità sociali che devono essere possedute
dal soggetto che svolge le funzioni
di educatore alla pari, che non devono
necessariamente coincidere con il rendimento
scolastico dell’allievo.
Deve essere uno studente che abbia
dimostrato e dimostri capacità di
prendere decisioni e risolvere problemi,
pensiero critico e creativo, che riesca
a porsi in relazione empatica con
gli altri creando e/o mantenendo
una buona qualità nelle relazioni interpersonali,
che sappia comunicare
efficacemente e sia consapevole delle
proprie capacità e dei propri limiti gestendo
le emozioni (proprie e altrui) e lo stress.
Naturalmente i contesti di apprendimento in cui ricorrere alle strategie della PE non si esauriscono con il cooperative learning, ma si può proficuamente utilizzare tale strategia anche nei circle time, nella mediazione dei conflitti e altri ambiti ancora di area psico-educativa.
Si è messo l’accento sul cooperative learning perché è una metodologia didattica che, fortunatamente, si va sempre più diffondendo in tutti i livelli dell’istruzione formale e della formazione; è anche una metodologia molto diffusa negli ambienti di apprendimento basati sul web, nelle configurazioni di ambienti esclusivamente on line o, nella configurazione ormai più diffusa, dei sistemi in blended learning, cioè in formato misto presenza-distanza.
Il cooperative learning è un setting che consente ampi spazi di lavoro agli allievi e quindi, per riprendere il tema delle Lim, è il setting in cui gli allievi possono avere un adeguato spazio per le loro attività di costruzione condivisa della conoscenza e dove ognuno può, di volta in volta, svolgere le funzioni di pari più capace, in funzione delle abilità possedute, favorendo anche l’inclusione nel gruppo di soggetti che altrimenti potrebbero essere emarginati o affidati alle esclusive cure dell’insegnante di sostegno.
Appare chiaro che quanto sin qui detto può essere efficacemente applicato in tutti i contesti di apprendimento in presenza. Ma la Peer Education e gli ambienti di cooperative learning sono strumenti usati anche, come si accennava, nei contesti di blended o on line learning. In tali contesti le interazioni tra pari avvengono via rete, su blog o forum appositamente dedicati, e si ritiene che possa essere esemplificativo riportare alcuni frammenti di discussione, estrapolati da un forum a cui partecipavano studenti universitari, organizzati in gruppi in cooperative learning, tenuto nell’ambito di un insegnamento svolto da chi scrive, qualche tempo fa. Emerge chiaramente come in Antonino (nome fittizio)sia identificabile la funzione del pari più capace, di colui che intrattiene relazioni empatiche con gli altri membri del gruppo, che li cura affettivamente, che fornisce indicazioni e dà giudizi critici adeguati sui loro interventi.
Da notare due dettagli: l’orario e l’uso degli emoticon. Il primo messaggio e la quasi immediata risposta di Antonino sono stati scritti in piena notte, fatti che dimostrano in entrambi i soggetti l’interesse per il gruppo, una reale membership, un genuino senso di appartenenza al gruppo, una richiesta di aiuto e un’immediata risposta positiva.
L’altro elemento è l’uso degli emoticon con funzioni connotative del messaggio e indicative di stati d’animo (sono arrabbiata, sono molto triste, mi viene da piangere, una strizzata d’occhio, sono delusa) in sostituzione degli elementi non verbali della comunicazione in presenza.
In conclusione, l’uso dei nuovi media fornisce un potente strumento per favorire i percorsi di apprendimento, ben adattandosi alle opportunità offerte dalla Peer Education, purché i docenti e i formatori anche a livello dei pari siano ben consapevoli delle caratteristiche del medium o dei media usati. Il costrutto di modelling, non a caso, è stato qui usato per accennarne brevemente le sue applicazioni sia in direzione positiva (nella Peer Education ben costruita e realizzata) sia negativa (un recepimento passivo di ciò che viene rappresentato in Tv).
Alcuni frammenti di discussione in un Forum
Carmela. 17/04/ alle ore: 23:33:55 (>_<) Ragazzi sono disperataaaaaaa!!!!!
Venerdì dopo la lezione di didattica
ho preso una storta. Adesso sono bloccata
x 20 giorni . Ho una doccetta alla
gamba, non posso fare carico sul piede.
Come farò con la geografia, la STATISTICA,
il laboratorio di inglese (T_T)...........datemi
notizie su ciò che farà la prof. Marino domani
(T_T) (T_T).
Buona notte a tutti.
Antonino 18/04/ alle ore: 02:46:44 ;) Non ti preoccupare C., tra me, Annette
e Alessia avrai le informazioni
necessarie che ti servono . :):)
Scusami, ma cos’è una DOCCETTA ?
Cmq, 20 giorni sono tanti, ma, invece di
pensare all’università, pensa a guarire,
noi cercheremo di aiutarti per quanto ci
è possibile!!!
Ciao e buona guarigione
:).
Mi dispiace per quel che ti è successo,
anche gli altri colleghi quando l’hanno saputo
ci son rimasti veramente male.
Ma Rosario ti ha chiamato?
Alessia 18/04/ alle ore: 08:17:16
Carmela. Mi dispiace tantissimo!!! T’informeremo
di tutte le materie... Non
preoccuparti!!!
Tu cerca di riprenderti al più presto....
Così hai modo di riposarti e di studiare!!!!
Mi dispiace che non ci sarai giovedì il
mio gruppo presenta... e come ti dicevo è
qualcosa di originale!!
Elena. 19/04/ alle ore: 00:00:13
Anch’io non ho capito bene quali
sono i successivi lavori assegnati
dalla prof... Ho già dato uno sguardo ai forum
ma le notizie sono vaghe.
Vi prego fatemi sapere qualcosa.
Buona notte.
Alessia 19/04/ alle ore: 06:50:01
Ragazze dai non dormite!!!
Scriviamo sempre le stesse cose. Come
si fa??!!!
Cmq te lo rispiego...
Con il tuo gruppo se vuoi puoi formulare
un questionario, ma non è obbligatorio.
Poi a fine corso ci sarà un test on line sul libro
formazione in rete.
La ricerca deve essere pronta entro il
31 maggio, e si dovrà fare anche una relazione
critica su un argomento delmaraglian.
Antonino. 19/04/ alle ore: 08:08:25
È come dice Alessia, Elena, cmq per far
capire le spiegazioni ci vuole tempo, ti conviene
venire alla prossima lezione e chiedere
a qualche collega, se ti rimane qualche
dubbio (e saranno tanti visto che ti sei persa
qualche lezione) chiedi direttamente alla
prof. (è gentilissima, non ti preoccupare)
spero che tu segua il mio consiglio.
Ciao Elena
Annette 19/04/ alle ore: 16:01:54
ELENA se leggi con attenzione le discussioni
dei forum capirai tutto anche
perché spieghiamo sempre le stesse cose.
Alessia 19/04/2005 alle ore: 16:19:00
Infatti non siamo noi che siamo vaghi...
O siete voi che non leggete bene...
Oppure ogni tanto sarebbe buono o venire
a lezione o tuttavia andare dalla
prof!!!
Antonino 19/04/2005 alle ore: 17:00:33
Ragazze non mi fate arrabbiare ANNETTE
e ALESSIA.
Cmq, a parte gli scherzi, vi consiglio
nuovamente di rivolgervi alla prof., anche
perché se non frequentate o non vi
siete tenute aggiornate non potrete mai
capire che tipo di lavoro si deve svolgere.
Addirittura, a volte troviamo difficoltà
anche noi che seguiamo passo passo.
Seguite il nostro consiglio. PARLATE
CON LA PROF.