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domenica 20 aprile 2025
 
MARE
 

Meduse, che fare in caso di contatto

03/08/2020  Con l'arrivo del caldo nei nostri mari arrivano purtroppo anche le meduse, che fare in caso di sgradevoli incontri ravvicinati? Istruzioni per l'uso, per grandi e piccini, seguendo i consigli scientifici dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Complici le correnti e l'acqua del mare più calda, non è raro nei periodi torridi dell'estate incappare anche nei nostri mari in incontri ravvicinati con le belle ma poco raccomandabili meduse. Quando sulla spiaggia accade che qualcuno resti vittima dei tentacoli urticanti, i bagnanti accorrono offrendo ciascuno il proprio consiglio più o meno "scientifico". Il rischio è che seguendo i rimedi della nonna si peggiori la stituazione del malcapitato anziché migliorarla. Anche per questo abbiamo pensato di venire incontro ai dubbi, attingendo ai consigli dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Sono pensati per bambini, dato che si tratta di un ospedale pediatrico, ma sono perfetti anche per gli adulti. 

LA MEDUSA COME FA?

La medusa non punge, né morde. I suoi tentacoli emettono una sostanza urticante per la pelle, che procura irritazioni cutanee dolorose, gonfiore e arrossamento. Per avere questa reazione sulla, purtroppo non è neppure necessario essere sfiorati dai tentacoli della medusa: basta anche soltanto entrare in contatto con il liquido urticante che libera attraverso i suoi filamenti.

CHE COSA SUCCEDE QUANDO SI ENTRA IN CONTATTO

  

Al contatto tra la pelle e la medusa, si percepisce un forte bruciore e dolore. Subito dopo la pelle si irrita, diventa rossa, e compaiono piccoli rigonfiamenti della cute, simili all'orticaria. La sensazione di bruciore comincia ad attenuarsi dopo 10-20 minuti. Poi si avverte un intenso prurito. Più è estesa la parte colpita più significativa è la reazione di dolore e di prurito.

CHE FARE SE SI VIENE URTICATI

Se si tratta di un bambino la prima cosa da fare è tranquillizzarlo e farlo respirare normalmente. Se si è vicini alla riva, farlo uscire dall'acqua. Se ci si trova a largo, sorreggere il bambino e richiamare l'attenzione per farsi aiutare, soprattutto se anche l'accompagnatore è venuto a contatto con la medusa. Per prima cosa occorre verificare che non vi siano parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e, nel caso, eliminarle delicatamente con le mani. Se non hanno farmaci a portata di mano, può essere utile far scorrere acqua di mare sulla parte interessata per provare a diluire la sostanza tossica non ancora penetrata.

PER CURARE L'IRRITAZIONE GEL AL CLORURO DI ALLUMINIO

  

Il trattamento correttoè  consiste nell'applicazione di Gel astringente al cloruro d'alluminio. Il Gel astringente ha un'immediata azione contro il prurito e blocca la diffusione delle tossine. Sarebbe utile portare con sé questo gel, utile anche per le punture di zanzara. In mancanza di questa pomata, si può usare una crema al cortisone, sapendo però che ha un effetto ritardato (entra in azione dopo 20-30 minuti dall'applicazione), cioè quando il massimo della reazione si dovrebbe già essere spenta naturalmente. Meglio lasciare da parte quelli che a volte vengono suggeriti estemporaneamente come rimedi della nonna. Evitare di grattarsi o di strofinare la sabbia sulla parte dolorante. E non usare medicazioni estemporanee con ammoniaca, aceto, alcool o succo di limone: peggiorerebbero la situazione.

COME CAPIRE SE È IL CASO DI PREOCCUPARSI

Se immediatamente dopo il contatto, la reazione cutanea si diffonde e compaiono difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento, chiamare il 118 e spiegare di cosa si tratta: si riceveranno le istruzioni sul da farsi in attesa che arrivi il personale di Pronto Soccorso.

QUANTO DURA LA REAZIONE, COME E PER QUANTO TEMPO PROTEGGERE LA PARTE COLPITA

  

L'area di pelle colpita dalle meduse rimane sensibile alla luce solare e tende a scurirsi rapidamente. Per evitare che la pelle si macchi, è bene evitare pomate antistaminiche e occorre tenere coperta, o ben protetta da uno schermo solare, l'area colpita, fino a quando la razione infiammatoria non scompare (in genere non più di due settimane).

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