Il “Ricerca pride” torna anche quest’anno. Dopo il grande successo della scorsa edizione, venerdì 27 settembre a Milano va in scena MEETmeTONIGHT, un evento promosso dal Politecnico di Milano, dall’Università degli Studi di Milano, dall’Università Milano – Bicocca, dal Comune di Milano, in collaborazione con la Regione Lombardia e la Fondazione Cariplo, insieme a molteplici realtà universitarie e istituzionali lombarde. L’iniziativa prende parte al progetto europeo “Researchers’ Night” promosso dalla Commissione Europea.
Oltre 200 eventi e attività dalle 10 a mezzanotte nei giardini “Indro Montanelli” di via Palestro, tra San Babila e Porta Venezia, che spaziano dalla chimica, all’arte tra giochi scientifici e dimostrazioni pratiche, spettacoli teatrali, contest, musicale e fotografico, per mettere alla prova il talento artistico dei ricercatori e mostrare alle famiglie e alla gente comune che si tratta di persone “normali”. «Magari più curiose della media, ma non certo extraterresti», chiosa Marcello Fontanesi, Rettore dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca.
L’anno scorso andò benissimo: 245 attività realizzate, oltre 20mila partecipanti, tra cui moltissime famiglie con bambini. «Un successo sorprendente», sottolinea Stefania Girotti, coordinatrice dell’appuntamento.
Forse perché di ricerca, in Italia, si parla solo in termini negativi: dalle risorse (insufficienti) che riceve dalla politica alla fuga dei cervelli. «Occasione come questa», spiega ancora Fontanesi, «servono anche a questo: far capire che non tutti i giovani ricercatori scappano via dal nostro Paese, molti, per fortuna, restano e svolgono il loro lavoro ogni giorno con grande entusiasmo».
È da nove anni che nelle principali città europee l’ultimo venerdì di settembre va in scena la Ricerca con una serie di attività che vedono protagonisti i ricercatori dei principali atenei e centri di ricerca per una volta fuori dai loro laboratori, pronti a incontrare la città.
Milano ospita l’evento principale ma l’iniziativa coinvolge altre nove città lombarde (Como, Lecco, Brescia, Mantova, Pavia, Lodi, Monza e Varese) e 300 città in Europa.
Mario Melazzini, medico, ricercatore e dal 2003 malato di Sla sulla cui esperienza ha scritto diversi libri, ora assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione al Pirellone spiega che iniziative come questa possono abbattere un certo modo di pensare duro a morire: «La ricerca», afferma, «spesso è vista come un costo ma, in realtà, si tratta di un grandissimo e vantaggioso investimento. Questo modo di pensare che è anche un muro culturale deve essere abbattuto e noi istituzioni dobbiamo essere dei facilitatori da questo punto di vista. Oggi il 45 per cento delle risorse destinate alla ricerca è di provenienza privata».