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venerdì 09 giugno 2023
 
Accade a Corsico, in Lombardia
 

Niente mensa se i genitori sono insolventi

02/03/2016  Dal 1° marzo gli alunni delle scuole di Corsico, in provincia di Milano, le cui famiglie non sono in regola con i pagamenti e risultano "invisibili" agli uffici comunali, sono esclusi dal pasto nel refettorio scolastico. La vicenda ha sollevato molte discussioni anche a livello nazionale: da una parte il dovere di far rispettare le regole ai cosiddetti "furbi", che evadono pur potendo pagare le quote. Dall'altro, quello di proteggere i più piccoli, i bambini.

Niente pasto nelle mense scolastiche per i bambini le cui famiglie non hanno ancora regolarizzato i pagamenti delle quote dovute. Il sindaco di Corsico (Milano) Filippo Errante conferma la linea dura adottata lo scorso 7 gennaio, al rientro dalle vacanze natalizie, e poi fissata dall'accordo del 28 gennaio con i dirigenti scolastici e il provveditore. Per capire, riassumiamo in breve la vicenda: l'estate scorsa il neoeletto sindaco trova nei conti comunali relativi ai servizi scolastici un buco di oltre 1,2 milioni di euro, legato alla morosità di un gran numero di famiglie di alunni - all'inizio più di 500 - che non hanno pagato le quote stabilite.

Dopo una serie di avvisi, notifiche e solleciti inviati nei mesi successivi, a gennaio arriva la misura drastica nei confronti delle famiglie che ancora risultano morose: in tutti gli istituti comprensivi del Comune, gli alunni i cui genitori non si sono messi in regola, non hanno accettato un piano di rientro rateizzato e non hanno nemmeno provveduto a contattare gli uffici comunali per esporre le loro problematiche economiche, saranno esclusi dal refettorio. Una scelta per nulla condivisa dai dirigenti scolastici, che fin dal principio della vicenda, hanno comunque fatto in modo che nessun bambino venisse emarginato restando senza un pasto caldo.
 
La vicenda di Corsico ha sollevato molte polemiche e discussioni, anche a livello nazionale, in quanto mette in campo due questioni: da un lato, il dovere di far rispettare le regole, partendo dai cosiddetti "furbi", quelli che evadono pur avendo le possibilità economiche di pagare le quote dovute; dall'altro, il dovere di proteggere i più piccoli, i bambini, che non sono in alcun modo colpevoli delle mancanze dei loro genitori e devono essere salvaguardati da situazioni umilianti, come può essere il venire esclusi dalla mensa alla quale accedono i loro compagni. A questo si aggiunge una questione educativa: la mensa non è soltanto il momento del pasto, ma un'occasione importante di scambio e condivisione fra gli alunni e le classi.

Un mese fa i dirigenti comunali e quelli scolastici si sono seduti intorno a un tavolo e hanno avviato una collaborazione su questa problematica. Le situazioni cosiddette "invisibili" - cioè le famiglie che non hanno risposto in alcun modo agli avvisi e sono rimaste nell'ombra - si sono dimezzate. Ma il sindaco, in un comunicato, ribadisce: «Non potrà essere distribuito il pasto da parte della ditta incaricata dal Comune ai quei bambini le cui famiglie non hanno regolarizzato la loro posizione. E quindi non hanno versato la seconda rata del piano di rientro, oppure hanno rifiutato qualsiasi forma di relazione con gli uffici comunali. Però, nello stesso tempo, credo sia importante arrivare a una soluzione definitiva in tempi rapidi». 

Le situazioni ancora irrisolte sono attualmente 54
: 24 famiglie "invisibili", che non hanno mai accolto l'invito ad aprire un dialogo con il Comune, alle quali si aggiungono circa trenta famiglie che non hanno versato la seconda rata del piano di rientro concordato, che prevede pagamenti dilazionati nell'arco di molti anni (fino al 2036), a seconda delle diverse condizioni economiche. «Molte famiglie», aveva spiegato a gennaio a Famiglia Cristiana Manfredo Tortoreto, dirigente dell'Istituto comprensivo "Galileo Galilei", in disaccordo con la posizione del sindaco, «non hanno il permesso di soggiorno, altre hanno subìto uno sfratto, occupano abusivamente un alloggio, ci sono genitori con problemi psichici. Il bisogno a volte non si esprime per ignoranza e mancanza di mezzi».

Insomma, la vicenda delle mense scolastiche di Corsico va avanti, anche se molto ridimensionata rispetto a due mesi fa, e continua a far discutere. Errante conferma di voler mantenere le porte del Comune aperte alle famiglie in difficoltà economica. Ma, osserva, «non si può far pagare ad altri un servizio che non è obbligatorio. E' una questione di equità e di giustizia sociali».  

Sulla situazione delle mense scolastiche a livello nazionale, lo scorso ottobre Save the children ha pubblicato il rapporto "(Non) tutti a mensa!", rilevando che, nei 45 Comuni capoluogo di provincia con più di 100mila abitanti monitorati, il 40% dei principali istituti scolastici (scuole primarie) è sprovvisto di refettorio. Quanto a quote ed esenzioni, il rapporto mette in evidenza che in più della metà dei Comuni l'accesso a rette agevolate e riduzioni è limitati ai soli residenti. In sei Comuni non è prevista alcuna esenzione dal pagamento per le famiglie povere. In sette Comuni l'alunno viene escluso dal servizio mensa se i genitori risultano insolventi.

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