Procedure più snelle e gratuite. La presenza in ogni Tribunale di un avvocato per il gratuito patrocinio (i Sacramenti sono gratuiti. I Sacramenti ci danno la grazia. E un processo matrimoniale tocca il Sacramento del matrimonio. Quanto vorrei che tutti i processi
fossero gratuiti!) e di persone compenti «a prestare sollecito consiglio sulla possibilità di introdurre una causa di nullità matrimoniale». Sapendo che la dilagante cultura mondana rende sempre meno una eccezione il matrimonio nullo.
Papa Francesco, nell’udienza al tribunale della Rota romana, mette l’accento sul «venir meno di una prospettiva di fede che “sfocia inesorabilmente in una falsa conoscenza del matrimonio, che non rimane priva di conseguenze nella maturazione della volontà nuziale». Secondo papa Francesco non è solo l’assenza di fede, ma anche una fede mal intesa che può portare a non capire esattamente il valore del sacramento che si sta celebrando.
«L’esperienza pastorale», dice infatti Bergoglio, «ci insegna che vi è oggi un gran numero di fedeli in situazione irregolare, sulla cui storia ha avuto un forte influsso la diffusa mentalità mondana. Esiste infatti una sorta di mondanità spirituale, "che si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa", e che conduce a perseguire, invece della gloria del Signore, il benessere personale».
Egoismo, ricerca del proprio benessere e della propria gratificazione, superficialità rendono sempre più fragili i rapporti coniugali. «La Chiesa», dice il Papa, «conosce la sofferenza di molti nuclei familiari che si disgregano, lasciando dietro di sé le macerie di relazioni affettive, di progetti, di aspettative comuni. Il giudice è chiamato ad operare la sua analisi giudiziale quando c’è il dubbio sulla validità del matrimonio, per accertare se ci sia un vizio d’origine del consenso, sia direttamente per difetto di valida intenzione, sia per grave deficit nella comprensione del matrimonio stesso tale da determinare la volontà. La crisi del matrimonio, infatti, è non di rado nella sua radice crisi di conoscenza illuminata dalla fede, cioè dall’adesione a Dio e al suo disegno d’amore realizzato in Gesù Cristo». Quando la fede rimane priva del suo valore orientativo e normativo, lascia campo aperto ai compromessi con il proprio egoismo e con le pressioni della mentalità corrente, insiste il Papa ed esorta il giudice, «nel ponderare la validità del consenso espresso, a tener conto del contesto di valori e di fede – o della loro carenza o assenza – in cui l’intenzione matrimoniale si è formata. Infatti, la non conoscenza dei contenuti della fede potrebbe portare a quello che il Codice chiama errore determinante la volontà (cfr can. 1099). Questa eventualità non va più ritenuta eccezionale come in passato, data appunto la frequente prevalenza del pensiero mondano sul magistero della Chiesa. Tale errore non minaccia solo la stabilità del matrimonio, la sua esclusività e fecondità, ma anche l’ordinazione del matrimonio al bene dell’altro, l’amore coniugale come principio vitale del consenso, la reciproca donazione per costituire il consorzio di tutta la vita. Il matrimonio tende ad essere visto come una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno, spingendo i nubendi alla riserva mentale circa la stessa permanenza dell’unione, o la sua esclusività, che verrebbero meno qualora la persona amata non realizzasse più le proprie aspettative di benessere affettivo».
Ed è in queste situazioni che i giudici devono intervenire per il «bene di tante coppie, e di tanti figli, spesso vittime di queste vicende!». Il Papa chiama a una conversione pastorale delle stesse strutture ecclesiastiche chiedendo ai giudici di «non chiudere la salvezza delle persone dentro le strettoie del giuridicismo. La funzione del diritto è orientata alla salus animarum a condizione che, evitando sofismi lontani dalla carne viva delle persone in difficoltà, aiuti a stabilire la verità nel momento consensuale: se cioè fu fedele a Cristo o alla mendace mentalità mondana».