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venerdì 13 giugno 2025
 
 

La casa brucia, c’è chi pensa solo a sè

11/12/2012  Un fulmine a ciel sereno. Torna il dinosauro e getta il Paese nel caos. «Si conferma», dice Bagnasco, «la radice di una crisi che non è solo economica e sociale, ma culturale e morale».

Almeno risparmiateci la parola: “responsabilità”. Se n’è vista davvero poca, in questi giorni. La “casta” balla sul Titanic, mentre le famiglie si avviano a un Natale austero. Senza un soldo da spendere.
E i sacrifici di un anno buttati al vento da una classe politica servile, che antepone i propri interessi a quelli del Paese. E pone fine a un’agenda di impegni e riforme, nonostante gli accordi di quella strana maggioranza che, fin qui, comunque, aveva retto.

Poi, all’improvviso, il fulmine a ciel sereno. Anche se, da tempo, il fuoco covava sotto le ceneri. Nel “regno dei coniglietti” è riapparso il dinosauro. Ma il cilindro è logoro e vecchio. Come un film, più volte, visto. Un ritorno che sancisce l’inettitudine della classe politica a rinnovarsi. Incapace, nell’arco di un anno, durante la parentesi Monti, di modificare la legge elettorale.
Il famigerato “porcellum”, che ha scippato i cittadini del diritto di eleggersi i propri rappresentanti. Ancora una volta il danno e la beffa. Costretti a votare i “nominati” dai segretari di partito: fedelissimi e “maggiordomi”. Nani e ballerine. E quanti cercano riparo dalla giustizia nelle aule parlamentari.

Una classe politica irresponsabile gioca allo sfascio, sulla giostra del potere. Tanto peggio, tanto meglio. Poi, qualcuno recupererà i cocci. Il ritorno di Berlusconi sulla scena pubblica getta il Paese nel caos. Eppure, pensavamo di aver girato pagina. Verso una Terza Repubblica. Con una politica più “seria”. Ma ci eravamo illusi.
Tutto come prima. Anzi, peggio. Chi annaspa per non affogare è capace di tutto. Così, torna a spirare il “vento gelido” dell’antipolitica, mitigato dalle recenti primarie. Sotto l’albero di Natale ci aspetta il carbone dello spread in rialzo. E un futuro incerto. Speriamo, senza instabilità sociali.

L’“incubo natalizio”, come sempre, peserà sulle spalle degli italiani. Ancora una volta, spaccherà il Paese. Verranno ignorati i problemi di famiglie, lavoratori e giovani. Sarà un referendum sul “padre-padrone” di un partito. Dopo la conta di fedelissimi e traditori. Da punire o premiare.
E nel bel mezzo il processo Ruby-gate, una condanna in primo grado per frode fiscale. E la propaganda mediatica, già avviata. Un populismo a piene mani. Il pifferaio magico torna a incantare, con promesse allettanti. Una lucida “follia” che vanifica i sacrifici delle famiglie. E blocca il cammino virtuoso di riforme. Anche se impopolari. Per evitare il “rischio Grecia”. Dopo il rigore patito, sfuma la speranza dell’equità e della crescita. Assieme al prestigio internazionale. Dopo avvilenti esibizioni passate, in Europa e nel mondo.
«Ciò che lascia sbigottiti», ha detto il presidente Cei, cardinale Bagnasco, «è l’irresponsabilità di quanti pensano a sistemarsi mentre la casa sta ancora bruciando. E si conferma la radice di una crisi che non è solo economica e sociale, ma culturale e morale».

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