Dopo sedici tappe nei principali musei del mondo arriva finalmente in Italia la mostra “Roads of Arabia” (Strade d’Arabia). È una mostra da non perdere, per almeno due validi motivi. Primo: per la prima volta si possono ammirare da vicino reperti archeologici e documenti, dagli insediamenti umani del Neolitico fino al XX secolo, provenienti dall’Arabia Saudita. Secondo: la mostra si svolge in uno dei musei più belli di Roma, il Museo Nazionale Romano, ricavato all’interno delle Terme di Diocleziano (le più estese del mondo antico). In questo modo i reperti arrivati dall’Arabia Saudita possono “dialogare” e confrontarsi con i resti romani che li circondano.
Nella mostra curata da Alessandra Capodiferro e Mohammed A. Alahmari, sono esposti oltre 450 oggetti che testimoniano la ricchezza del patrimonio archeologico e culturale del Regno saudita. Una ricchezza che sorprende se si è inclini a considerare l’Arabia Saudita solo come un grande scatolone di sabbia con un sottosuolo traboccante di petrolio. “Non veniamo dal deserto e dalle tende, noi veniamo da un’antica civiltà” mette in chiaro Abdullah Al-Zahrani, direttore generale del Museo Nazionale di Riad. Ci fu infatti un’epoca in cui il territorio saudita, oggi in gran parte arido, era lussureggiante e ricco di acqua. Non a caso, come fa notare l’archeologo Romolo Loreto (Direttore della missione archeologica italiana in Arabia Saudita), una tradizione trasmessa negli hadith (brevi aneddoti relativi al profeta Muhammad) prevede l’arrivo del Giorno del Giudizio solo quando la terra degli Arabi sarà tornata al suo stato di pascoli lussureggianti e abbondanti fiumi.
Le condizioni climatiche favorevoli dell’antichità e la particolare posizione geografica della penisola arabica, un ponte fra Oriente e Occidente, fecero dell’attuale Arabia Saudita un luogo propizio per i contatti tra le genti, i traffici carovanieri, gli scambi commerciali e le contaminazioni culturali. Questi incontri ebbero i loro effetti anche sulla produzione artistica nelle varie epoche.
La prima parte della mostra presenta le più antiche tracce degli insediamenti umani nella penisola arabica (utensili in pietra, punte di frecce, lame), poi si incontrano raffigurazioni di figure umane (bellissime statuine in arenaria del IV millennio avanti Cristo) e di animali (statuette di dromedari in argilla e in bronzo). La mostra prosegue con due statue colossali di re o dignitari lihyaniti (IV-III secolo avanti Cristo) dal sito archeologico di Dedan. Protetti dalle teche luccicano gli ori della maschera funeraria e dei preziosi gioielli in oro, perle, turchese e rubino provenienti dalla tomba di Ayn Jawan e dal sito di Thaj. Colpisce per la sua vivacità il frammento di pittura parietale con una scena forse di banchetto rinvenuto a Qaryat al-Faw, una delle città più ricche lungo le vie carovaniere. La mostra prosegue con una sezione dedicata all’Islam e al pellegrinaggio a La Mecca (si ammirano preziosi esemplari del Corano) e si conclude con alcuni cimeli relativi alla storia più recente dell’Arabia Saudita, come il mantello e il vessillo del Re Abdulaziz.
Quello esposto a Roma è solo un assaggio del ricco patrimonio archeologico e artistico dell’Arabia Saudita. Nel regno wahabita fervono gli scavi e al momento sono attive 44 missioni archeologiche. Tra queste anche una missione italiana attive presso Dumat al-Jandal e nel sito sottomarino presso Ummlujj, al largo delle coste saudite nel nord del Mar Rosso. Segno della “lunga storia di relazioni amichevoli” fra Italia e Arabia Saudita sottolineata dall’ambasciatore saudita in Italia, il Principe Faisal Bin Sattam Bin Abdulaziz Al Saud.
Valorizzare e far conoscere il patrimonio culturale dell’Arabia Saudita rientra negli obiettivi di Saudi Vision 2030, il piano di sviluppo socio-economico approvato dal Consiglio dei Ministri del Regno, il 25 aprile 2016. Tra i 96 obiettivi di Vision 2030 c’è anche quello di raddoppiare il numero dei siti del patrimonio culturale saudita riconosciuti dall’UNESCO. Uno di questi siti patrimonio dell’UNESCO si trova a Diriyah, storica capitale dell’Arabia Saudita, in questi ultimi tempi al centro di eventi sportivi di rilievo internazionale (automobilismo, tennis, pugilato) e una delle principali attrazioni del paese che, dalla fine si settembre, si aperto al turismo internazionale facilitando la concessione dei visti.
La mostra “Roads of Arabia” è aperta dal 28 novembre al 1° marzo 2010 al Museo Nazionale Romano. Il catalogo è pubblicato da Electa.