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martedì 30 maggio 2023
 
 

Messe e coronavirus. Ecco le norme dei vescovi svizzeri

28/04/2020  La Conferenza episcopale elvetica si prepara per quando sarà possibile riaprire le chiese per le celebrazioni. Previsti ingressi limitati e misure igieniche stringenti.

Come celebrare le messe insieme ai fedeli in condizioni di massima sicurezza? I vescovi svizzeri lo spiegano in un documento ufficiale presentato il 27 aprile. Il documento porta le firme di Felix Gmür, vescovo di Basilea, presidente della Conferenza dei vescovi svizzera, e del segretario generale Erwin Tanner-Tiziani.

I vescovi elvetici ci tengono a precisare che “le Messe in presenza del popolo costituiscono solo una parte di ciò che fa la ricchezza della vita cristiana, insieme a numerose forme familiari e federative di pratiche religiose, della preghiera e della liturgia domestica”.

Il documento elenca in modo dettagliato che cosa fare prima, durante e dopo la messa ed è stato preparato in seguito alla decisione, da parte  del governo federale, di allentare gradualmente le restrizioni imposte ai cittadini per frenare la diffusione del Coronavirus COVID-19. In Svizzera si contano 29.164 casi accertati di contagio e 1.665 morti.

L’allentamento delle misure di protezione prevede tre tappe con diverse scadenze: 27 aprile, 11 maggio, 8 giugno. Il governo non ha ancora fissato una data per la ripresa delle messe, ma i vescovi intendono arrivare preparati nel rispetto delle prescrizioni federali in vigore “in particolare quelle che riguardano l’igiene e il distanziamento sociale”.

Secondo le norme indicate dai vescovi, dei pannelli dentro e fuori le chiese devono indicare con chiarezza le norme igieniche da rispettare. Le porte di ingresso devono rese chiaramente identificabili e restare aperte per evitare che i fedeli tocchino la maniglia. All’ingresso in chiesa i fedeli devono disinfettarsi le mani (con implacabile precisione elvetica si sottolinea che “i flaconi dispensatori devono contenere una quantità sufficiente di disinfettante”) e il personale della parrocchia deve verificare che tutti si disinfettino le mani.

L’ingresso è consentito a non più di un terzo del numero massimo possibile di fedeli (quindi 30 persone in una chiesa di 100 posti).  Una volta entrati, i fedeli devono rispettare le distanze di sicurezza. Per le messe negli orari più frequentati si raccomanda di prevedere un sistema di  prenotazione con posti numerati bene indicati sulle panche.

Durante la messa non ci si scambia il segno di pace, non si raccolgono le offerte tra i banchi (i fedeli possono depositare i soldi in ceste  poste all’uscita della chiesa). Il pane e il vino all’altare devono restare sempre coperti e il celebrante deve disinfettati le mani prima della preparazione dei doni. Ovviamente le acquasantiere restano vuote.

Il dialogo “Il corpo di Cristo” - “Amen” viene recitato da tutta l’assemblea prima della distribuzione della comunione. Il prete si disinfetta le mani prima di distribuire le ostie e i fedeli si mettono in fila mantenendo fra loro una distanza di 2 metri.

Alla fine della messa il personale della parrocchia tiene aperte le porte di uscita e i fedeli escono rispettando le distanze, senza raggruppamenti. Dopo la messa vanno disinfettati oggetti, banchi, porte, installazioni sanitarie.

I vescovi consigliano inoltre di non frequentare la messa a tutti i fedeli considerati soggetti a rischio (persone con malattie cardiovascolari e respiratorie), così come indicato dalle norme federali. In conclusione i vescovi ripetono che “la preghiera deve essere praticata o riscoperta soprattutto a casa e in famiglia, ma anche dalle persone che vivono sole”.

 
 
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