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martedì 21 marzo 2023
 
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Ancora violenza in Messico: muoiono un seminarista e un bimbo di 4 anni

31/12/2022  Non si placa la violenza nemmeno in questi giorni di fine anno, quando in tanti si riuniscono per celebrare il passaggio dall’anno vecchio al nuovo, c’è chi perde la vita in maniera tragica. Muore un seminarista e un bimbo di 4 anni

Non si placa la violenza in Messico nemmeno in questi giorni di fine anno, quando in tanti si riuniscono per celebrare il passaggio dall’anno vecchio al nuovo, c’è chi perde la vita in maniera tragica.

José Dorian Piña Hernández, seminarista dello stato di Zacatecas e un bambino di quattro anni, sono morti dopo la fuga da persone armate che avevano cercato di rapirli prelevandoli dal veicolo su cui viaggiavano. Insieme al bimbo c’erano due donne della comunità di San Diego, un comune di Noria de Angeles, a Nord del Paese, la località originaria della sua famiglia Hernández.

Piña Hernández viaggiava, con i familiari a bordo di una camionetta. Stavano andando a El Tepozán, la città di cui sono oriundi; mentre attraversavano il municipio di San Diego, si sono imbattuti in un posto di blocco di civili armati di mitra.

Il seminarista ha cercato di evitare il blocco, ma questi hanno sparato più volte contro l'auto, facendola urtare contro il muro della scuola. Dopo la sparatoria, gli abitanti di San Diego hanno chiamato i soccorsi, la polizia di Stato e le ambulanze; le due donne, ferite gravemente, sono state portate in ospedale, ma il bambino e il seminarista erano già morti.

«Come Chiesa e Seminario condanniamo ogni forma di violenza in ogni grado e circostanza, contro ogni tipo di persona. È il nostro Zacatecas che geme e piange per tanti fratelli le cui vite sono state tolte indiscriminatamente e il nostro Seminario lamenta per la perdita di uno dei suoi figli. Non vogliamo più violenza, niente morte di innocenti». È il comunicato della Diocesi di Zacatecas, un invito a deporre le armi per non far continuare la scia di sangue che bagna il Messico. La violenza in questa fetta del Paese ha da tempo aumentato la sua azione anche contro civili, non solo contro le bande dei narcos rivali di territori da spartirsi per trafficare droga e migranti che cercano la strada per gli Stati Uniti d’America.

Lo stesso vescovo di Zacatecas, monsignor Sigifredo Noriega, ha rivelato che è incappato in un posto di blocco da parte di uomini armati sull’autostrada. Dopo averlo fatto scendere dall’auto, lo hanno perquisito e poi lasciato andare, fortunatamente senza maltrattarlo. Una violenza continuata nei giorni di Natale.

Le famiglie di questo stato che è non lontano dalla frontiera con gli USA, sfollate dalle loro comunità a causa della continua brutalità, non hanno potuto celebrare il Natale nelle loro case per paura dell'insicurezza.

Secondo il giornalista Ciro Gómez Leyva di “Imagen Noticias”, un canale tv molto seguito, i comuni di Susticacán e Tepetongo sperimentano una dura situazione, dove che la paura dei gruppi criminali ha fatto evacuare intere famiglie.

La comunità di San Pascual a Tepetongo è rimasta disabitata dopo gli scontri armati e la morte di alcuni dei suoi abitanti. “Un Natale nella paura costante - confessa Gabriel Ramírez, residente a Tepetongo, che spiega di avere "un’angoscia continua a causa delle sparatorie avvenute a Zacatecas". Gli abitanti denunciano che in queste popolazioni non c'è sorveglianza da parte della polizia o dell'esercito, testimonianze che contrastano con la versione del governo, dal momento che il Segretario di Stato per la Pubblica Sicurezza, Adolfo Marín, ha assicurato che ci sono unità presenti in tutte le zone dello stato, pur ammettendo che vengono presentati casi delittuosi, come la sparatoria che ha tolto la vita un bimbo e a uno studente di teologia tra Natale e Capodanno.

 
 
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