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martedì 08 ottobre 2024
 
 

Messina, antimafia e welfare verde

15/07/2012  La Fondazione di Comunità costruisce nell'area dello Stretto un parco delle energie rinnovabili, dal fotovoltaico all'eolico. Libertà, dignità, attenzione ai deboli e green economy.

Per il Sud e per l’Italia è un fiore all’occhiello. In Sicilia legalità, voglia di riscatto sociale e attenzione alle persone si presentano unite sotto forma di green economy. Merito della Fondazione di Comunità di Messina (individuata dall’Ocse, dall’Unops e dall’Organizzazione mondiale della sanità come uno dei più interessanti casi mondiali di sperimentazione di modelli di welfare e di sviluppo locale) che parte da un’idea forte: «libertà, dignità e uguaglianza, parole della nostra Costituzione, devono stare insieme e devono guidare le azioni di sviluppo del territorio».

Gaetano Giunta, direttore generale della Fondazione, spiega, nel presentare i progetti già avviati, che «occorre lavorare in prospettiva per combattere le cause della povertà e per contrastare le mafie. A lungo, invece, ha prevalso l’idea che la disuguaglianza sia uno stimolo allo sviluppo. E anche oggi si afferma l’idea che il welfare sia qualcosa di residuale, che si fa se avanzano i soldi. Noi, invece, abbiamo invertito la prospettiva. Il welfare è qualcosa che rilancia il territorio e lo sviluppo».



I dati parlano chiaro: 450 soci, soggetti locali che hanno investito due milioni e mezzo di euro, altrettanti versati dalla Fondazione con il Sud, che riconosce questa Fondazione come la meglio funzionante tra quelle sostenute nel Mezzogiorno, 50 impianti fotovoltaici grandi e medi che producono energia che viene poi distribuita gratuitamente a scuole, parrocchie, cooperative ed edifici pubblici; 170 piccoli impianti su edifici privati destinati a dare energia alle famiglie che hanno aderito ai gruppi di acquisto solidale, serre di piante e frutti realizzate su terreni abbandonati… E ancora: la fondazione Horcynus Orca con il suo parco scientifico e tecnologico, il consorzio Sol.E. che sorge su un vecchio fortino strappato alla mafia; la Fondazione finanziaria padre Pino Puglisi, per combattere l’usura, il progetto Luce è vita (vedi video) che impiega 56 ex detenuti dell’ospedale psichiatrico giudiziario Barcellona Pozzo di Gotto.

L’elenco delle attività e dei progetti messi in piedi da questo colosso delle buone pratiche è lunghissimo. «E funziona», sottolinea Francesco Marsico, vicedirettore di Caritas italiana e presidente del comitato dei Garanti della Fondazione. A livello nazionale, sia la Caritas, che Banca etica, che Parsec, per citare solo alcune sigle, sono partner della Fondazione. «La cosa interessante», insiste Marsico, «è che qui stiamo presentando progetti già in essere, non buoni propositi».


Progetti così ben riusciti che stanno cominciando a dare anche frutti economici. Tanto da reinvestire poi i proventi in favore delle istituzioni, in particolare per la formazione. «È da queste buone pratiche che il Sud può attingere speranza», ha concluso Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud, «perché è così che può nascere una nuova classe dirigente per il nostro Meridione».

 
 
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