La voce circola e cresce: il Nobel per la Pace, annunciato domani, andrà a papa Francesco? Anche se l'Accademia Reale delle Scienze di Svezia, che lo assegna, ci ha abituati a ogni genere di sorpresa, con scelte inaspettate o decisamente bizzarre, la designazione dell'attuale pontefice sarebbe davvero clamorosa.
Intanto, sarebbe il primo Papa a ricevere un tale riconoscimento. Non sono mancate, nella lunga storia del premio cominciata nel 1901 (premiati furono quell'anno Jean Henry dunant, fondatore della Croce Rossa, e Frederic Passy, fondatore della prima Società di arbitraggio tra le Nazioni), i personaggi legati alla religione: dal teologo e arcivescovo luterano svedese Nathan Soderblom, fondatore del movimento ecumenico (1930) al movimento quacchero (1937), dal reverendo Martin Luther King (1964) a madre Teresa di Calcutta (1979), dal vescovo sudafricano Desmond Tutu (1984) al Dalai Lama (1989) al vescovo cattolico di Timor Est Carlos Filipe Ximenes Belo (1996). Ma un Papa mai, ed è facile immaginare che cosa ciò vorrebbe dire a livello mondiale, soprattutto in un momento in cui l'idea della religione come strumento di pace è duramente messa alla prova.
Ma poi ci sarebbe anche un'altra particolarità. Il Papa è anche il sovrano dello Stato vaticano. In passato, il premio Nobel per la Pace è andato a diversi presidenti (per gli Usa, Theodore Roosevelt nel 1906, Woodrow Wilson nel 1919, Barack Obama nel 2009; per l'Egitto, Anwar al-Sadat nel 1978) e primi ministri (gli israeliani Begin nel 1978 e Rabin nel 1994, il giapponese Sato nel 1974, il cancelliere tedesco Brandt nel 1971), oltre che a una lunga serie di politici ed ex politici, da Gorbaciov ad Arafat. Ma a un sovrano mai. E anche questa, pur trattandosi di un "sovrano" particolarissimo come papa Francesco, sarebbe cosa non da poco.