Sarebbe stato meglio tener conto del testo latino. Ma la mancata ricezione non intendeva mantenere l’immagine di un Dio giustiziere e vendicativo. Sembra che abbia influito la nuova edizione italiana delle più comuni preghiere cristiane pubblicata solo pochi anni prima (1967).
Anche nell’edizione italiana del Compendio si è preferito lasciare la formula in uso per evitare confusioni. Sono le Conferenze episcopali che hanno facoltà sulle traduzioni delle preghiere liturgiche e di quelle comuni alla devozione popolare. Infatti, nelle Chiese francofone il riferimento ai castighi di Dio non c’è.
Dobbiamo convincerci che chi fa il male si castiga da solo. Penso che in una prossima traduzione dell’atto di dolore si terrà conto del testo latino. Ma anche nella formulazione attuale la frase è assai attutita dal seguito «e molto più perché ho offeso te infinitamente buono».