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domenica 27 aprile 2025
 
Scuola
 

«Mi sono seduto al banco di mia figlia, ho visto una scuola deprimente»

19/12/2017 

Cara professoressa, l’altro giorno ero a scuola di mia figlia insieme a mia moglie per un incontro con i docenti. Mi sono seduto sulle sedie che i ragazzi occupano abitualmente e ho fatto una riflessione: abbiamo scelto questa scuola per la serietà dell’offerta formativa, per le capacità dei professori e per questi motivi la sceglieremmo altre cento volte. Tuttavia l’ambiente su cui ho posato lo sguardo è davvero deprimente: pareti ingiallite e con parti di intonaco saltate, vetri imbrattati da scritte colorate, banchi e sedie scheggiate. È vero, l’abito non fa il monaco. Ma non si lavorerebbe meglio in una realtà scolastica bella e curata?

MARIO

— Caro Mario, ciò che ci circonda influenza sicuramente il nostro umore e la nostra voglia di fare. Un ambiente accogliente stimola il benessere e aumenta il rendimento. Ci sono metodologie didattiche che ridisegnano gli spazi: si creano nelle aule angoli morbidi dedicati a momenti di riflessione e condivisione; i banchi si dispongono in isole per il lavoro cooperativo; si abbelliscono di colori e cartelloni le pareti; si dà la possibilità di lasciare in classe le proprie cose con la certezza poi l’indomani di ritrovarle lì, come avviene in un luogo familiare. Se invece a scuola prevale il colore grigio spento delle pareti, se le sedie scheggiate smagliano le calze e si sta per tutto il giorno davanti a crepe nell’intonaco, l’effetto psicologico non può che essere poco positivo. Qualcuno potrebbe obiettare che la scuola italiana ha problemi ben più importanti del colore delle pareti. Del resto l’ultimo recente rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica delle strutture e dei servizi parla chiaro: «Oltre il 41% delle scuole si trova in zona sismica 1 e 2 (cioè dove possono verificarsi terremoti fortissimi e forti), il 43,4% di questi edifici risale a prima del 1976, e cioè a prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica. Gli enti locali che hanno risposto al questionario dichiarano la necessità di interventi di manutenzione urgenti per il 43,8% del totale nazionale». Su ciò che è strutturale si può fare ben poco. Sul grigio triste della pareti, invece, vista la carenza di interventi dall’alto, forse qualcosa di più. E così molti genitori, pennelli e rulli in mano, decidono di lavorare, a volte insieme ai figli e agli insegnanti, per ridipingere volontariamente, a proprie spese. In alcuni casi, recenti gli episodi a Milano, anche con vernici particolari in grado di ridurre l’inquinamento dell’aria. Un modo concreto per riappropriarsi degli spazi, per fare gruppo, creare aule più belle, ma soprattutto insegnare ai ragazzi, ai nostri figli, la cura presente e il rispetto futuro di ciò che è pubblico, quindi di ciascuno di noi.

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