Mia moglie mi odia, ormai lo so per certo: non solo non le basta mai quello che faccio per lei, ma mi tiene perennemente il muso. Esempi? Riempirei un libro... Adesso le nostre due figlie sono fuori casa, una lavora con noi nella nostra piccola ditta a conduzione familiare e lei si lamenta perché noi due “confabuliamo” (parola sua) senza metterla a parte di ciò che diciamo (e sono questioni di lavoro, ma lei non lo capisce). Ancora un esempio: le è sempre piaciuto venire in moto con me, adesso mi rinfaccia che ci è sempre venuta solo per farmi contento. Mi sento veramente odiato: che devo fare?
LUCIANO
— Ho letto e riletto la tua lettera, caro Luciano,e mi sembra di aver davanti due strade per risponderti. La prima: darti solennemente ragione, hai una moglie impossibile, che non sa godere delle piccole cose della vita, che ti butta addosso la sua scontentezza, come se fosse colpa tua e non riconosce i tuoi sforzi, così non ti resta che fare il santo martire, come del resto ti dicono i tuoi già tanti fan della parrocchia che frequenti.
La seconda strada comincia con il farti presente che dovresti smetterla di darti ragione: nella vita di coppia, quando un partner continua a darsi ragione e perfino a fare il conteggio dei propri meriti (per esempio, nel tuo caso: «L’ho sempre portata in moto, l’ho accontentata nei suoi capricci») anche se non apre bocca, all’altro/a arriva una musica sgradita, di cui non sa bene rendersi conto, ma che lo fa diventare sempre più suscettibile, sospettoso, irrequieto, irascibile e soprattutto scontento di ciò che gli/le offre la vita!
Mettiamola sul concreto, tu pensi: “La porto in moto per non lasciarla a casa da sola, ma mi piacerebbe tanto farmi una fuga da solo coi miei amici e la mia potentissima moto”. E così, lei sale sulla moto per non scontentare te e tu la porti per non scontentare lei. Cioè ciascuno continua a dare ragione a sé stesso e accumula crediti (che ovviamente l’altro non paga perché si sente dalla parte della ragione ). Come se ne esce, forse ti stai chiedendo? Forse proprio facendo umilmente una domanda: “Vorresti venire in moto con me? O preferisci che facciamo assieme qualcos’altro?”. E – fatta la domanda – ascoltare la risposta, senza pregiudizi... È vero, sulla carta è facile, ma nella vita di coppia fare una domanda e aprirsi alla risposta è molto difficile. Un vero atto d’amore. Auguri!