Una pagina dei diari di Marta Russo
«Mi sono trovata catapultata nel mondo interiore di mia sorella, quando ho cominciato a leggere i suoi diari trovati per caso due anni fa in quella che era la nostra cameretta», commenta così Tiziana Russo l’incredibile ritrovamento di nove quaderni scritti dalla sorella Marta Russo da quando aveva 10 anni alla vigilia della sua morte a 22 anni, dopo essere stata colpita alla testa da un proiettile all’Università La sapienza di Roma il 9 maggio 1997. L’intervista a Tiziana Russo sul numero di Famiglia cristiana da giovedì 21 ottobre in edicola, esce in concomitanza con la messa in onda del documentario Marta – Il delitto della Sapienza, su Rai 2 in prima serata. «Nei suoi scritti si avverte anche un certo presagio che la sua sarebbe stata una vita breve: scriveva infatti spesso che occorre vivere il presente perché all’improvviso potremmo non esserci più». Per l’omicidio sono stati condannati Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, due giovani assistenti di filosofia del diritto. «Non accetto che in certe ricostruzioni si parli ancora di mistero», continua Tiziana Russo. «Per i giudici di cinque gradi di processo i colpevoli sono loro». Tra i ricordi di Marta uno riferito proprio al suo essere studentessa di giurisprudenza: «Voleva laurearsi per difendere i più deboli, era determinata, una studentessa modello. Poter mostrare al pubblico i suoi diari è l’occasione per far uscire l’immagine di Marta dal caso di cronaca nera e farla diventare, una figlia, una sorella, un’amica»