Lo dice con una battuta: «Volevamo lavoratori e sono arrivate famiglie». Monsignor Giancarlo Perego è il direttore di Migrantes. Spiega: «Il meccanismo dei ricongiungimenti ha cambiato le cose. Siamo di fronte a una maggiore facilità di integrazione perché le famiglie sono più orientate all’inserimento sociale».
I dati cosa dicono?
«Che i ricongiungimenti hanno superatoil numero dei permessi di soggiornoper lavoro, cioè gli arrivi dei singoli. Si può dire che l’immigrazione inItalia sta passando da temporanea a definitiva. Poi c’è il dato del 20 per cento dei nati in Italia, figli di immigrati».
E la politica che fa?
«Ignora il fenomeno. E continua adiscutere sulle quote di immigrati da fare entrare con il permesso di lavoro, invece di investire sull’integrazione visto che la famiglia immigrata è già qui».
Quindi ha sbagliato Renzi ad abolire il ministero dell’Integrazione?
«Aspettiamo di vedere le politiche diRenzi, che per ora di immigrazione ha parlato poco e in modo generico. Monti e Letta avevano capito dove stava la sfida: cooperazione e integrazione. Certamente si tratta di cose complesse per le quali occorrono anche risorse, quelleche il ministro Kyenge non ha avuto. Eppure la presenza di un ministro dell’Integrazione nel Governo è stata uno stimolo per ragionare su una parola chiave del problema, cioè cittadinanza».
La soluzione è lo ius soli?
«Bisogna uscire dalla contrapposizioneideologica tra ius sanguinis e ius soli. È meglio ragionare su una nuova normativa sulla cittadinanza, che permetta a 650 mila bambini nati in Italia di non essere cittadini di serie B. In Parlamento ci sono 24 proposte di legge, ma nessuno che discuta alcunché...».
È ora di cambiare la Bossi-Fini?
«Sì. Crea 100 mila irregolari ogni anno,discrimina e non favorisce l’integrazione.Inoltre non agevola l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Andrebbe riformata prima del semestre europeo a presidenza italiana».