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sabato 02 novembre 2024
 
LA TRAGEDIA
 

Migrantes: «L'ennesima strage provochi un sussulto di umanità»

23/04/2021  L'intervento dell'organismo ecclesiale dopo quanto accaduto a tre imbarcazioni, che ha provocato oltre 100 morti. "Vanno garantiti i soccorsi in mare", puntualizza la Comunità di Sant'Egidio. "Navigavamo in un mare di cadaveri, letteralmente": lo scioccante racconto di Alessandro Porro, presidente di Sos Mediterranee Italia, a bordo della Ocean Viking

Le foto di questo servizio sono di Sos Mediterranee - Flavio Gasperini, tratte dal sito dell'agenzia Ansa.
Le foto di questo servizio sono di Sos Mediterranee - Flavio Gasperini, tratte dal sito dell'agenzia Ansa.

«La Fondazione Migrantes esprime dolore e sdegno per l’ennesima strage – circa 130 persone, fra cui donne e bambini -  avvenuta nel Mediterraneo, nel canale di Sicilia. Che questa ennesima tragedia provochi in noi un sussulto di umanità e d’impegno a creare canali legali e sicuri di ingresso, come già auspicato dal Global Compact del dicembre 2019 voluto dalle Nazioni Unite». È questo il dolente commento del massimo organismo ecclesiale italiano dopo aver appreso del dramma che ha coinvolto tre imbarcazioni (una con 40 persone, "mai rintracciata", e due gommoni con a bordo tra le 100 e le 120 persone ciascuno) al largo della Libia.

«Ci siamo trovati letteralmente a navigare in mezzo ai cadaveri»: è il drammatico racconto di Alessandro Porro, presidente di Sos Mediterranee Italia, che era a bordo della Ocean Viking, intervenuta nel luogo del naufragio di oltre 100 migranti. Porro, stando a quanto riporta l'agenzia di stampa Ansa, parla di onde alte sei metri e ricorda le ricerche «senza aiuto da parte degli Stati. Fosse cascato un aereo di linea ci sarebbero state le marine di mezza Europa, ma erano solo migranti, concime del cimitero mediterraneo».

Sul tragico evento interviene anche la Comunità di Sant'Egidio: «Al largo della Libia si è consumato l’ennesimo dramma dell’immigrazione con un bilancio di vittime che alcune Ong stimano ad oltre cento». La Comunità di Sant’Egidio esprime innanzitutto il suo “cordoglio alle famiglie dei migranti, che nel loro viaggio hanno patito sofferenze e soprusi dalla partenza dal loro paese fino alla tragica sorte nelle acque del Mediterraneo. Un sentimento di pietà che occorre riaffermare di fronte ad una notizia che rischia di passare in secondo piano in questo amaro tempo di pandemia».

Sant’Egidio lancia poi un appello alle autorità che avrebbero potuto provare a soccorrere il battello di fortuna andato alla deriva, a fronte di segnalazioni già arrivate nella giornata di mercoledì, perché “vengano garantiti i salvataggi in mare di chi è in pericolo di vita”. “È urgente rispondere al più presto alla domanda di aiuto proveniente dai migranti in transito verso l’Europa, in particolare di quelli attualmente in Libia, con progetti a lungo respiro che puntino a svuotare i luoghi di detenzione, a esaminare le situazioni delle singole persone e a consentire vie di salvezza legali come i corridoi umanitari. Al tempo stesso occorre costruire un futuro vivibile nei paesi di origine, soprattutto per i giovani, con il sostegno dell’Unione europea”.

 
 
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