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martedì 18 marzo 2025
 
Rifugiati
 

Migranti: due "corridoi" contro i mercanti di uomini

31/10/2015  E' la proposta della Comunità Papa Giovanni XXIII e della Comunità di Sant'Egidio: corridoi umanitari da Libano e Marocco per far arrivare senza rischi tra mille e duemila profughi, soprattutto siriani, ma non solo.

Il salvataggio in mare di una migrante (Reuters).
Il salvataggio in mare di una migrante (Reuters).

Due canali umanitari diretti in  Italia; il primo dal Libano, il secondo dal Marocco. La proposta è frutto dell'azione congiunta della Comunità  Papa Giovanni XXIII e della Comunità di Sant'Egidio. L'idea, annunciata a Rimini durante un convegno sui migranti,  dovrebbe diventare  realtà nei prossimi mesi. Obiettivo dichiarato: far arrivare in Europa un certo numero  di profughi siriani, ma non solo (le prime stime oscillano tra le mille e le duemila unità) in una cornice di diritti riconosciuti  e di maggiore sicurezza (meglio un permesso e l'aereo del nulla giuridico e dei barconi degli scafisti).

«Vorremmo salvare tutti, ma tra tutto e il niente c'è il possibile; ci sono dei volti e delle storie; ci sono dei diritti fondamentali che vanno garantiti, ci sono centinaia e centinaia di persone che possono tornare alla vita», ha dichiarato Giovanni Ramonda, responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII. «I profughi devono arrivare in Italia con un volo regolare, non è più pensabile che rischino la loro vita per mare, il nostro è un progetto di vita e di libertà», ha aggiunto Ramonda: «La creazione dei  corridoi umanitari sarà possibile anche grazie al grosso contributo economico della Chiesa Valdese. I profughi verranno accolti dalle nostre realtà e dalle parrocchie».

«Abbiamo lavorato insieme: creeremo due canali umanitari, negoziando con il Governo italiano
», ha sottolineato a sua volta Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio.«Faremo in modo che il nostro Paese conceda dei visti umanitari in caso di situazioni drammatiche accertate. Perché queste persone devono sopportare l’esame della morte nei Balcani e nel Mediterraneo?
Parliamo, all'inizio, di 1000-2000 visti, ma puntiamo al fatto che diventi un modello. Stiamo creando delle liste di persone che potranno essere accolte, allestendo dei desk in Libano e in Marocco. Questo, in Europa, non l'ha fatto ancora nessuno». 

La proposta sta trovando un crescente consenso.  Hanno fin qui aderito 
Johan Ketelers, responsabile generale dell'Icmc (Commissione cattolica internazionale per le migrazioni), Gianfranco Cattai,  presidente nazionale della Federazione che coordina le Organizzazioni non governative (Ong) italiane d'ispirazione cristiana (Focsiv),  Francesco Petrelli del network delle Ong per lo sviluppo e l’emergenza Concord, e Silvia Stilli, portavoce dell’associazione delle Organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale.

Oltre alla definizione di due  
corridoi umanitari per profughi e rifugiati, nel convegno di Rimini la Comunità Papa Giovanni XXIII ha proposto anche la revisione del Trattato di Dublino, per togliere la clausola della richiesta di asilo politico da farsi obbligatoriamente nel primo Paese europeo d'accesso (norma che ha fin qui penalizzato soprattutto  Italia, Grecia e Spagna) e l’istituzione del ministero della Pace.

Infine, una richiesta politico-diplomatica.
«L'Italia - ha concluso Giovanni Ramonda - deve rendersi protagonista di un'azione di alto profilo facendo sedere attorno a uno stesso tavolo tutte le parti coinvolte nella guerra in Siria, per trovare una soluzione al conflitto».

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