Addolorato per le ultime notizie sulle morti in mare, papa Francesco ha lanciato all'Angelus di oggi «un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza onde evitare che simili tragedie si ripetano». Davanti a circa 25 mila fedeli giunti in Piazza San Pietro, Jorge Mario Bergoglio ha chiesto alle istituzioni di «garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti e la dignità di tutti».
«Sono giunte in queste ultime settimane» notizie di «naufragi di barconi carichi di migranti nelle acque del Mediterraneo», aveva detto poco prima il Pontefice: «esprimo il mio dolore di fronte a queste tragedie». Il Papa ha assicurtao per le vittime il suo ricordo e le sue preghiere.
In precedenza, papa Francesco si era soffermato a commentare il Vangelo di oggi (sedicesima domenica per annum, B, Marco 6,30-34), quando Gesù tenta inutilmente di portare i suoi apostoli a riposare “un po’”, ma vengono raggiunti dalla folla e Gesù di mette a “insegnare loro molte cose”. «Lo stesso – ha detto Francesco, nella sintesi diffusa dall'agenzia Asianews - può accadere anche oggi. A volte non riusciamo a realizzare i nostri progetti, perché sopraggiunge un imprevisto urgente che scombina i nostri programmi e richiede flessibilità e disponibilità alle necessità degli altri».
Il pontefice si è poi soffermato su tre verbi presenti nel brando del vangelo: vedere, avere compassione, insegnare, che lui ha definito “i verbi del Pastore”. «Lo sguardo di Gesù – ha continuato - non è uno sguardo neutro o, peggio, freddo e distaccato, perché Gesù guarda sempre con gli occhi del cuore. E il suo cuore è così tenero e pieno di compassione, che sa cogliere i bisogni anche più nascosti delle persone. Inoltre, la sua compassione non indica semplicemente una reazione emotiva di fronte ad una situazione di disagio della gente, ma è molto di più: è l’attitudine e la predisposizione di Dio verso l’uomo e la sua storia. Gesù appare come la realizzazione della sollecitudine e della premura di Dio per il suo popolo».
«Dato che Gesù si è commosso nel vedere tutta quella gente bisognosa di guida e di aiuto, ci aspetteremmo che Egli si mettesse ora ad operare qualche miracolo. Invece, si mise a insegnare loro molte cose. Ecco il primo pane che il Messia offre alla folla affamata e smarrita: il pane della Parola. Tutti noi abbiamo bisogno della parola di verità, che ci guidi e illumini il cammino. Senza la verità, che è Cristo stesso, non è possibile trovare il giusto orientamento della vita. Quando ci si allontana da Gesù e dal suo amore, ci si perde e l’esistenza si trasforma in delusione e insoddisfazione. Con Gesù al fianco si può procedere con sicurezza, si possono superare le prove, si progredisce nell’amore verso Dio e verso il prossimo. Gesù si è fatto dono per gli altri, divenendo così modello di amore e di servizio per ciascuno di noi».