Il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino, 40 anni
«Pronto, chiamiamo dalla Prefettura della Casa Pontificia e desideriamo parlare con il sindaco di Lampedusa». Così il centralino del comune ha continuato a squillare a vuoto martedì 4 aprile a causa dei lavori in corso per portare il 5G sull’isola. Le comunicazioni dal “Continente” alla “terraferma” sono state sempre più difficili nei giorni scorsi, fino a quando sempre nella giornata di martedì alle 13,10 ad acciuffare il telefono del comune è stata la signora Piera Macaluso, dipendente della polizia municipale: «Mi dicevano che avevano provato a chiamare diverse volte e non riuscivano a mettersi in contatto con il sindaco, abbiamo così dato il suo numero e siamo andati a cercare il sindaco per riferire dell’importanza della telefonata».
«Mi son visto arrivare i vigili urbani che mi hanno subito riferito, non mi aspettavo una risposta così immediata da parte della Santa Sede», racconta Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa che proprio qualche giorno prima aveva scritto al Santo Padre dopo aver accolto in porto otto salme dell’ultimo naufragio nel Mediterraneo centrale, oltre a una successiva salma di una donna recuperata successivamente in mare dalle motovedette della guardia costiera.
«Io non avevo mai visto così tanti morti in vita mia, davanti all’ennesima salma arrivata al molo Favarolo ero preso dalla rabbia e dallo sconforto così ho deciso di scrivere al Papa, non mi aspettavo una risposta così tempestiva. Il fatto che lui sia a conoscenza dei problemi dell’isola oggi mi rasserena e mi dà forza», racconta Mannino che sui dettagli dei contatti avuti con la Santa Sede preferisce al momento mantenere cautela.
Di certo fa trapelare il primo cittadino si sta lavorando per realizzare “il sogno” di accogliere Papa Francesco sull’isola, a dieci anni esatti dal suo primo viaggio pastorale fuori dal Vaticano che fu proprio a Lampedusa. Era il 9 luglio 2013, il Pontefice tuonò al mondo intero di quella “globalizzazione dell’indifferenza che ci rende tutti innominati, responsabili senza nome e senza volte” davanti al dramma dei migranti che affrontano la traversata nel Mediterraneo. Qualche mese dopo, il 3 ottobre, a poche centinaia di metri dall’isola dei Conigli avvenne la strage di Lampedusa con 368 morti che qui nessuno dimentica. In attesa di ulteriori dettagli su un possibile storico ritorno del Pontefice a Lampedusa, sicuramente il sindaco andrà ad incontrare il Santo Padre in Vaticano, in un periodo che potrebbe essere quello di maggio.
Da Lampedusa a lanciare un appello al Papa erano state nei giorni scorsi anche le tre religiose dell’isola, Suor Ausilia, Suor Paola e Suor Ines che operano durante gli sbarchi al molo Favarolo.
Sulla stessa barca la comunità intera di Lampedusa continua a sperare nel sogno di riabbracciare il Papa che, dieci anni fa, scelse l’isola come meta del primo viaggio del suo pontificato.