Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 10 ottobre 2024
 
Mare Nostrum
 

E' questo che vogliamo?

12/05/2014  Un'altra tragedia nelle acque del Mediterraneo, un altro dramma delle migrazioni. Resta valida la nostra posizione: finché non si trova una soluzione, non possiamo condannarli a morire in mare. Non possiamo respingerli, dobbiamo accoglierli.

Il recupero del corpo di un migrante morto in mare nel 2013 (Reuters).
Il recupero del corpo di un migrante morto in mare nel 2013 (Reuters).

Guardiamoci allo specchio e facciamoci una piccola, semplice domanda: è questo che vogliamo? I morti che galleggiano nel Mediterraneo? I superstiti terrorizzati? La conta di vivi e morti, ne abbiamo salvati duecento, meno male?

Non facciamo ingannare dall'ultima tragedia al largo di Lampedusa, qui la strage è quotidiana, che arrivi sui Tg oppure no. Come scrive Fortress Europe, il sito che segue la mattanza: "Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell'Europa almeno 19.603 persone. Di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011, almeno 590 nel 2012 e 801 nel 2013. Il dato è aggiornato all'11 maggio 2014 e si basa sulle notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi 26 anni. Il dato reale potrebbe essere molto più grande".

Quindi, facciamoci quella domanda: è questo che vogliamo? Perché è tutto vero ciò che si dice e si scrive. L'Unione Europea non ci aiuta abbastanza a fronteggiare i flussi e non si fa carico di un problema che non è italiano ma continentale, come testimoniato dal fatto che moltissimi di questi profughi non vogliono fermarsi da noi ma andare altrove, verso Nord. Ed è altrettanto vero che la soluzione migliore sarebbe "aiutarli a casa loro", dare una mano all'Africa a crescere e all'Asia a vincere il sottosviluppo.

Resta però il fatto che l'Europa è quel che è: ci aiuta poco e male e non vuole farsi carico delle proprie responsabilità. E un altro incontestabile fatto è che gli ultimi nostri Governi, senza distinzione di parte o colore, hanno tagliato i fondi alla cooperazione allo sviluppo, mentre l'Europa (sotto questo aspetto migliore di noi) resta il primo "cooperante" dell'Africa. Così come è chiaro che non hanno funzionato i patteggiamenti in proposito tra Governi (pensiamo alla Libia, per restare ai fatti più recenti) e molti danni hanno fatto, almeno da questo punto di vista, gli interventi militari, occidentali e altrui, in Africa.

Quindi la domanda è sempre quella. Mentre aspettiamo che l'Europa si svegli, i nostri Governi cambino linea,  si trovi una soluzione per interrompere i turpi commerci degli scafisti e lo sviluppo riduca le ondate migratorie, che cosa vogliamo fare? Chi vuole interrompere la missione Mare Nostrum è pronto a proporre soluzioni alternative o, almeno, a prendersi la responsabilità morale dei morti annegati?

Noi restiamo della stessa opinione: non possiamo respingerli verso una morte atroce. Se sono profughi dobbiamo accoglierli.



 

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo