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domenica 28 maggio 2023
 
 

Migranti, se l'Europa condanna l'Europa

22/11/2019  Il Consiglio d'Europa, che si occupa di diritti umani, ha presentato un ricorso presso la corte di Strasburgo per le morti e sofferenze dei rifugiati in Libia contro l'Italia e l'Unione europea. Una specie di esame di coscienza.

(nella foto: la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic)

Proprio così. L'Europa condanna l'Europa. L'Italia, ma anche l'Unione europea, sono responsabili per le morti e le sofferenze dei migranti riportati indietro dalla guardia costiera libica durante le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. Sono gravissime le accuse contenute in una memoria depositata alla Corte di Strasburgo dalla commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic in un procedimento che vede l'Italia sul banco degli imputati. La commissaria ha fatto il suo dovere di rappresentante dei diritti umani. Ma è come se l'Europa si fosse fatta l'esame di coscienza.

Prima di tutto facciamo un po' di chiarezza. A frapporsi come filo spinato tra i cittadini e le istituzioni comunitarie, c'è anche l'estrema confusione nominale che vige in questo campo. Il Consiglio d'Europa ad esempio, non va confuso con il Consiglio europeo (che fissa gli orientamenti politici dell'Unione) o il Consiglio dell'Unione europea (l'assemblea dei capi di Stato e di Governo dell'Ue, che ha il potere legislativo insieme con l Parlamento europeo).

Il Consiglio d'Europa non fa nemmeno parte dell'Unione. E' un'organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti umani, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali del Vecchio Continente. Fu fondato il 5 maggio 1949 con il Trattato di Londra e conta oggi 47 stati membri. Ha sede a Strasburgo. Dunque il ricorso della commissaria Mijatovic non ha fatto molta strada per giungere a destinazione. Dal Palazzo d'Europa, sede del Consiglio, alla sede della Corte ci sono cento metri, un minuto  a piedi.

Del resto sapevamo già tutto, non c’era bisogno del Consiglio d’Europa per sapere cosa accade in Nordafrica nei centri di detenzione dei migranti. Le inchieste giornalistiche (tra cui quelle di Famiglia Crsitiana che ha raccolto le testimonianze di uominie  donne provenienti da quell'inferno), i report delle Ong che operano sul campo, i rapporti delle organizzazioni internazionali, a cominciare dall’Unhcr, dicono all’univoco la stessa cosa. I migranti, se tornano in Libia, soo in balia di veri e propri lager dove vengono commessi ogni genere di soprusi e sopraffazioni, in totale spregio della dignità umana.

Il ricorso alla corte di Strasburgo parte da un episodio vero e proprio, perchè è stato intentato da 17 migranti che si trovavano su un gommone con circa 150 persone che il 6 novembre 2017 è stato intercettato dalla nave Ras Jadir della guardia costiera libica. L’imbarcazione, secondo le testimonianze, con le sue manovre ha causato la morte di numerosi migranti. Secondo i 17 sopravvissuti, l'Italia, permettendo alla nave libica di prendere parte all'operazione, si è reso direttamente responsabile non solo per quanto è accaduto in mare, ma anche delle sofferenze causate a coloro che sono stati ricondotti in Libia.

Inoltre, nel testo di nove pagine il commissario critica duramente la decisione dell'Italia e di Bruxelles di collaborare con la Libia nella gestione dei flussi migratori. Infine il commissario mette in dubbio la capacità del centro di coordinamento dei salvataggi di Tripoli e della guardia costiera libica di condurre le operazioni nel rispetto degli standard internazionali e quindi afferma che in base alla legge marittima soprattutto l'Italia, ma anche gli altri Stati, non dovrebbero 'delegargli' il compito di andare in aiuto dei naufraghi. La Libia non è un porto sicuro.

Peccato che l'Italia sia rimasta completamente sola quando si è trattato di ripartire le quote di migranti nel resto d'Europa. E i primi no sono arrivati dai governi d'Europa, compresi gli Stati fondatori, non solo il cosiddetto gruppo di Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia Polonia e Ungheria, Paesi a trazione sovranista). Inoltre suona francamente stonato che un organo europeo - seppure non facente parte dell'Unione - condanni un altro organo europeo. L'Europa se la canta e sa la suona nell'indifferenza e nella confusione dei cittadini. E intanto i migranti continuano a morire.

 
 
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