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martedì 13 maggio 2025
 
 

Campioni, trofei e tanta gloria: ecco il valore aggiunto venduto ai cinesi

14/04/2017  Una società ricca di storia, imprese e trofei internazionali senza eguali nel mondo

L'imprenditore di Edilnord e Canale 5 Silvio Berlusconi nel 1986, anno del suo approdo come presidente dell’a.c. Milan diceva: “Vorremmo costruire una squadra che duri nel tempo, e soprattutto una squadra che possa ritornare con stile e con classe sulle scene internazionali per ridare a questo club la sua tradizione”.
In quel periodo Silvio andava a sostituire Rosario Lo Verde, patron rimasto alla guida dei rossoneri per tre anni, dal 1983 al 1986. In quegli anni, però, Lo Verde non riesce ad ottenere risultati significativi, precipitando nei carneadi della storia del calcio.

Sembra appunto un dejàvù, perché oggi la storia si ripete: Berlusconi, dopo 30 anni di presidenza si dimette, per lasciare spazio ad un Milan internazionale, cinese e, si spera, nuovamente vincente.Questo, a detta sua, perché una famiglia, da sola, anche una famiglia imprenditoriale come quella che regge le sorti dell'Impero Mwediaset, non sarebbe più in grado di mantenere ad alti livelli un club così importante come quello rossonero.

E’ così che, finalmente, dopo un anno e mezzo di travaglio, Yonghong Li riesce ad acquistare per il 99,93% la proprietà di via Turati. C'è chi sostiene che la rivenderà presto, essendo sostanzialmente uno specultaore. Sta di fatto che finisce dunque il dominio degli imprenditori milanesi che guidano il calcio meneghino: è iniziata l’era cinese.E si direbbe che questo passaggio di consegne “mandarino” voglia iniziare col botto, date le prime dichiarazioni di Li, che a caldo ha sentenziato: “Torneremo sul tetto del mondo”.

Che sia vero o no, proviamo a ripercorrere la storia di questo glorioso club a tinte rosse e nere, la cui nascita avviene nel 1899, con il curioso nome di “Milan Cricket and Football Club”.Già nel 1901, sotto la guida dell’inglese Alfred Edwards, si arriva alla conquista del primo scudetto a marca meneghina.Solo nel 1919 la società assume il nome che tutti conosciamo, ossia “a.c. Milan”.Un tecnico che i milanisti non potranno mai dimenticare è il triestino Nereo Rocco, un uomo abituato sin da piccolo alla fatica e al lavoro, avendo “sgobbato” per un periodo in macelleria col padre.

Il rullino rossonero con il triestino alla guida parla chiaro: 10 titoli: 2 scudetti, 3 Coppe Italia, 2 Coppe dei Campioni. Insomma: ha trasformato semplici atleti in una vera e propria macchina da guerra! Tutto questo negli anni ’60 e all’inizio del decennio successivo. Non si può tralasciare, parlando della fine degli anni ’80 di Arrigo Sacchi. Il mago, così veniva chiamato, non schiera una squadra “tradizionalista”, ma sceglie di optare per un inedito (per l’epoca) 4-4-2.

L’innovazione apportata da Sacchi funziona visti i risultati dei suoi sotto la sua guida: 2 Coppe Campioni consecutive (1988-1989 e 1989-1990), due Coppe Intercontinentali, due Supercoppe Europee, uno scudetto nel 1987-1988 e la Supercoppa Italiana nel 1988. Sacchi si può definire un “profeta” del calcio moderno, capace di anticipare il mondo attuale del pallone. Venticinque anni fa arriva alla guida milanista Fabio Capello, che è stato capace di ottenere numerosi trofei, tra cui quattro scudetti e una Champions League. Risulta essere l’allenatore più vincente di sempre, alle spalle solamente di Rocco.

Con l’apertura del nuovo millennio viene ingaggiato un certo Carlo Ancelotti, che rimane a Milanello per ben otto anni, conquistando ben due Champions League. Infine si siede in panchina Massimiliano Allegri, che si accasa a Milano quattro stagioni, conquistando una Supercoppa Italiana e uno Scudetto (nel 2010-2011). Il resto è storia di eri: con una serie di allenatori “assunti” ed esonerati, fino a giungere a Vincenzo Montella e alla proprietà cinese di Li. A tutti i tifosi l'augurio che il Milan made in Asia  sappia ricreare il “cielo rossonero sopra Milano” come è accaduto spesso con l'indimenticabile era di Berlusconi.

 

 

 

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