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mercoledì 11 settembre 2024
 
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Scola, Milano: «Protagonisti insieme di una rinnovata pagina di storia»

17/07/2015  Il cardinale ricorda il suo recente viaggio a Erbil in Iraq, dove ha incontrato la sofferenza dei profughi e ascoltato storie di cristiani e musulmani uccisi o cacciati per la guerra. «Costruiamo pace e giustizia per ogni uomo. La nostra grande metropoli sia promotrice di una globalizzazione nella condivisione delle risorse, per superare il dramma della fame».

Per la fine del Ramadan, anche quest’anno è arrivata la lettera dell’arcivescovo di Milano ai musulmani della città riuniti in festa al Velodromo Vigorelli. Il cardinale Angelo Scola continua così la tradizione del suo predecessore Tettamanzi di porgere gli auguri per l’Id al-Fitr e di esprimere la vicinanza a «coloro che con sacrificio si applicano a praticare i cinque pilastri dell’Islam». All’inizio del documento il cardinale sottolinea le basi spirituali comuni. «Sappiamo tutti – dice –  che la purezza della fede, il timore reverenziale e l’abbandono al mistero di Dio sono sempre da riconquistare: ogni giorno siamo chiamati a rinnovarci e confermarci nell’impegno intrapreso. Il prolungato digiuno che state portando a termine è occasione privilegiata per questa conversione. Come cristiani accompagniamo con la solidarietà della nostra preghiera il vostro sforzo e la vostra spirituale battaglia; una preghiera che deve diventare unisono di cuori che si affidano al Misericordioso».

Del resto il digiuno è una pratica comune alle due religioni: «Noi riflettiamo sull’esempio datoci da Gesù che ha voluto stare quaranta giorni nel deserto senza toccare cibo, ha passato notti in preghiera, per prepararsi a donare al mondo vita, parola e amore di Dio e a subire l’umiliazione del male». Ma il pensiero del cardinale va anche al suo recente viaggio a Erbil in Iraq, dove ha incontrato la sofferenza dei profughi e ascoltato storie di cristiani e musulmani uccisi o cacciati per la guerra. «L’anno trascorso dall’ultimo Ramadan è stato attraversato da vicende che hanno portato gravi sofferenze nelle nostre rispettive comunità».

Il cardinale non nasconde che questo sia avvenuto anche strumentalizzando la fede e invitando allo scontro di religione: «La dignità dell’uomo troppe volte è stata ferita e la vita stessa stroncata a motivo della fede professata. In particolare abbiamo udito, il grido di tanti fratelli cristiani perseguitati. Talvolta pare che il mondo, giardino per tutti, abbia cambiato padrone. E il nome, peraltro non nuovo, di questo padrone è violenza. Può il Dio che tra i Suoi nomi ha as-Salàm (la Pace) accettare come atto di culto migliaia di morti ammazzati?». Compito dei cristiani e dei musulmani milanesi è insieme «essere protagonisti di una rinnovata pagina di storia che giorno per giorno costruisca pace e giustizia per ogni uomo. La stagione che stiamo vivendo deve assumere la colorazione di una comune purificazione del cuore, dei pensieri, del linguaggio e dei gesti: sia questo l’augurio che ci scambiamo in questa occasione d’incontro e reciproco riconoscimento!».

E infine conclude: «La nostra grande metropoli, che grazie a Expo accoglie in questi mesi la voce di quasi tutto il pianeta, sia promotrice di una globalizzazione nella condivisione delle risorse, per superare il dramma della fame e di ogni ingiustizia. La benedizione, la pace, la carità occupino i cuori vostri e nostri, sempre».    

 
 
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