«Bella educazione», sbotta Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace: «Si tagliano i fondi destinati alla scuola e all’Università per investire sulla formazione militare dei giovani». Il Governo ha deciso di stanziare 20 milioni di euro per organizzare corsi di formazione delle Forze Armate per i giovani. Il progetto era già contenuto in un disegno di legge in discussione al Senato; l'idea è stata inserita nella manovra finanziaria.
«Il disegno dell'esecutivo è semplice», dichiara Flavio Lotti: «invitiamo i giovani per tre settimane in caserma, gli facciamo indossare per la prima volta la divisa e gli spieghiamo quanto sia bello far parte delle Forze armate e andare in missione in giro per il mondo. Così riusciremo a selezionare nuovi volontari per l’arruolamento, ad “assicurare nuova linfa e continuità d’azione” alle associazioni combattentistiche e d’arma e, alla peggio, a promuovere un po’ di sana cultura militare».
«I tre ministri che hanno sposorizzato l’iniziativa (Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Giulio Tremonti) assicurano che il progetto “si pone nell’ambito delle iniziative per la diffusione dei valori e della cultura della pace e della solidarietà internazionale tra le giovani generazioni"», continua Lotti. «Giurano che i corsi non sono diretti alla promozione o all’acquisizione di titoli per l’arruolamento nelle Forze Armate. Poi, però, le norme precisano che la partecipazione ai corsi sarà riservata ai giovani più bravi, competenti e atletici, che risiedono nelle aree tipiche di reclutamento e che hanno il più alto titolo di studio».
«La vera legge Balilla, quella fascista del 1926, era meno discriminatoria», conclude polemico Flavio Lotti che chiede a tutti i cittadini di mobilitarsi: «Fate sentire la vostra voce. Chiamate i parlamentari eletti nel vostro collegio e dite loro di intervenire subito. Unitevi alla Tavola della pace. Diciamo no alla legge Balilla. Se ci sono 20 milioni per la formazione dei giovani, pretendiamo che siano spesi per educare veramente alla cittadinanza e alla Costituzione ovvero alla pace e ai diritti umani, alla legalità e alla giustizia».