Promuovere convenzioni tra Tribunali ordinari e sedi operative del Telefono Rosa, l’associazione che si batte per i diritti e la tutela delle donne da ogni forma di violenza, per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità ai fini della messa alla prova per adulti. È l’obiettivo del Protocollo nazionale stipulato presso il Dicastero della giustizia dalla Ministra Marta Cartabia con la presidente del Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli e curato dalla Direzione generale per l’Esecuzione penale esterna e di messa alla prova del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità. Il protocollo, di durata annuale e tacitamente rinnovato salvo disdetta, prevede che i soggetti ammessi ai lavori di pubblica utilità possano prestare fra l’altro attività nei confronti di alcolisti e tossicodipendenti; a tutela del patrimonio culturale e archivistico; di manutenzione di giardini, parchi, ospedali e case di cura.
«Grazie a protocolli come questo, il tempo speso nell’esecuzione della pena diventa un tempo costruttivo: al lavoro di restituzione e di recupero degli autori di reato si accompagna il lavoro su se stessi», ha commentato la ministra della Giustizia, Marta Cartabia. «La legge delega di riforma del processo penale – di cui stiamo perfezionando i decreti attuativi – intende sviluppare ulteriormente la possibilità di ricorrere alla “messa alla prova”. In quest’accordo con Telefono Rosa, particolare attenzione è rivolta alle donne, in linea con gli interventi già previsti nella riforma».
Oggi sono 25.101 le persone che hanno potuto usufruire della messa alla prova (di cui 4.072 donne), mentre 24.987 sono le pratiche presso gli uffici di esecuzione penale esterna finalizzate alla concessione della misura. Numeri, destinati ad aumentare. Il Telefono Rosa, associazione di volontariato che si occupa di prevenire, segnalare e offrire supporto alle donne che subiscono violenze fisiche o psicologiche, da diversi anni si occupa anche di educare giovani al rispetto e alla parità di genere. Il lavoro di pubblica utilità potrà essere svolto presso le sedi dell’Associazione ma anche presso i centri antiviolenza, le “case rifugio” e tutte le altre strutture che alla parte stipulante fanno capo o siano con essa in convenzione.
«Questo accordo – commenta la Presidente del Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli – ci consentirà di aiutare meglio le persone a comprendere il significato del loro comportamento, come si può arrivare ad uno stesso obiettivo senza violenza ma attraverso la parola e il dialogo. Un sostegno concreto, facendo loro vivere la realtà del Telefono Rosa, senza mai oltrepassare il limite del rispetto e della solidarietà. Alla luce di questo nostro incontro è emerso il grande lavoro che la ministra Cartabia sta facendo con la riforma del processo penale. Il protocollo sarà uno strumento utile nella battaglia contro la violenza sulle donne. I soggetti che parteciperanno alla messa alla prova acquisiranno consapevolezza attraverso la formazione». Il protocollo nazionale consentirà di affrontare meglio la crescente richiesta di lavoro di pubblica utilità in settori a forte impatto sociale. Un passo avanti verso un modello di giustizia di comunità in linea con le principali tradizioni europee.