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mercoledì 11 settembre 2024
 
 

Governo tecnico: a che santo votarsi

04/04/2012  Monti sceglie san Francesco come Riccardi. Passera si affida a sant'Agostino, la Fornero a san Carlo. E gli altri ministri...

I frati francescani del Sacro Convento di Assisi sono dei pastori d’anime e, se ci è permesso dirlo, degli abili giornalisti. Hanno avuto un’idea che non era venuta in mente a nessuna redazione. Qualcuno di loro si è chiesto se gli attuali ministri, professori e tecnici, abbiano anche dei pensieri che vanno oltre la pubblica amministrazione. Per esempio – diciamolo: esempio non da poco – se si affidano a un Santo protettore “nei momenti più significativi e importanti della vita”.

Hanno spedito le lettere e i ministri, ai quali di solito è inutile rivolgersi perché in Italia i potenti ignorano i messaggi, per una volta hanno trasgredito. Forse per un soprassalto di buona educazione, forse per una forma di rispetto che, oltre agli uomini di Chiesa, dovrebbe valere anche verso i comuni cittadini, hanno riposto.       

Giornalisti di qualità, come dicevamo, i frati di Assisi sono degli ottimi psicologi. Anche smettendo per un momento il saio, e sentirsi indotti a scommettere, sapevano che avrebbe vinto quel Poverello di cui conservano memoria, culto e templi. E difatti. Il premier e quattro ministri (Riccardi, Profumo, Cinti e Catania) si affidano proprio a San Francesco. “Perché ha scritto il Cantico delle Creature che è un poetico inno alla vita”, dice Mario Monti, mentre Riccardi rievoca “lo spirito di Assisi”, pace fra gli uomini e i popoli.

Giusto: anche se, forse, a Monti si potrebbe obiettare che Francesco non mancava di spirito pratico eppure non avrebbe votato né per le attuali tasse né contro l’articolo 18.      A Sant’Agostino si affida invece Corrado Passera. “Oltre a essere uno fra i più grandi pensatori dell’umanità, è un uomo che ha saputo cambiare totalmente vita, lasciandosi tutto alle spalle”. Di nuovo, ben detto. Ma chissà se nell’inconscio di Passera c’è il fatto di essersi lasciato alle spalle le banche, dove tuttavia, per lui, le laiche porte facilmente si riaprirebbero.       

Un certo istinto di preservazione si nota pure nel titolare della Difesa, Di Paola, la cui protettrice è Santa Barbara: venerata dagli artiglieri ma anche tutela contro i fulmini e le morti violente. Lasciamo stare i decessi, visto che i politici tendono piuttosto a riciclarsi: ma si sa che nemmeno i governi tecnici sono al riparo da improvvise folgori.     

Giulio Terzi, Esteri, ha come patrono l’evangelista San Luca, che l’amico San Paolo chiamava “caro medico”, diagnostico dell’anima e del futuro. Speriamo che valga per i due marò sotto processo in India. Ornaghi, Attività culturali, ha scelto San Lorenzo, vescovo e teologo messo sulla graticola sotto Valeriano. La Fornero è per San Carlo, grande maestro, povero che dava ai poveri scatenando l’ira dei ricchi, obiettivo dei killer d’epoca. Eccellente, salvo sperare che anche la Fornero rifletta un po’ più sulla povera gente.       

Giarda, rapporti col Parlamento, crede in Santa Caterina da Siena. La Cancellieri e la Severino fanno scelte universali, una per la Vergine Maria, l’altra per la Madonna di Pompei. Ma dedicherei una speciale parola  a Renato Balduzzi, ministro della Salute, che si richiama a Giuseppe Lazzati, non ancora santo ma per ora Servo di Dio, uomo di straordinaria statura che tanti anni fa ho avuto l’onore di conoscere e un po’ di frequentare.    

Gli altri ministri non hanno un protettore specifico, e uno si dichiara non credente. Però, ai gagliardi frati di Assisi, dai quali noi giornalisti avremmo qualcosa da imparare, tutti hanno tenuto a rispondere. Anche sul piano politico e umano, oltre che di opportunità, un significato traspare. Postilla. Se qualcuno lo conosce, ci indichi un Santo protettore per noi tassati.  

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